Lo spazio ex Sercom a Pagliare di Sassa è un anfiteatro verde, un paesaggio incantevole con un laghetto e un sito paleontologico. In quel luogo si dovrebbero mettere strutture di qualità, che diano posti di lavoro durevoli e non imprese che chiudono quando cambia il vento (cosa capitata nel recente passato).
Oggi c’è la possibilità di progettare in maniera moderna e favorendo iniziative di qualità che portino posti di lavoro. Se questa opportunità viene lasciata passare è difficilissimo si ripresenti. Ragioniamo. Non tutto si può fare ovunque. Un biscottificio dentro al Colosseo non si può fare, un mercato nello spazio delle 99 cannelle non si può fare e né dentro Amiternum e così in uno spazio che è dentro un vincolo paesaggistico (Gazzetta Ufficiale del 30.10.2005) e che ha ben altra vocazione per portare un adeguato sviluppo economico – sociale e posti di lavoro.
Se nello spazio Sercom e negli immediati dintorni è stato apposto un vincolo vuol dire che la qualità del territorio lo meritava. Quindi la bellezza va salvaguardata e valorizzata (ed ecco i posti di lavoro). Progetti ben studiati sono stati proposti da chi ne ha competenza. Su uno si organizzò un Convegno a Pagliare con l’Università dell’Aquila, il Gran Sasso Science Institute, Italia Nostra e altri (ne parlò il Centro 12.12.2014), gente che di scienza e opportunità occupazionali di qualità se ne intende…
Si elaborarono proposte restate senza risposta da parte del Palazzo. Il Politico deve avere idee che guardino al presente e soprattutto al futuro. Ricordiamo che le elezioni danno il voto, non la competenza. Questa o la si possiede o la si deve cercare. Su Pagliare si crede di poter fare tutto con la consueta tecnica di infinocchiare e convincere le persone. Non ci dimentichiamo che quando si ipotizzava il grande centro commerciale Sercom con annessa megadiscoteca a 30 m. dal Cimitero, si illusero le persone con la promessa di 400 posti di lavoro. E chi si era andato a documentare, dicendo che la Sercom sarebbe passata di mano in mano e poi sarebbe rimasto un edificio-relitto, veniva deriso, minacciato di morte (da un dirigente Sercom) e subiva tante altre intimidazioni, anche anonime, che ora sarebbe lungo elencare. E anche allora chi presentava soluzioni alternative di qualità che avrebbero portato nuove opportunità occupazionali non fittizie veniva tacciato di non volere il progresso.
Poi dopo anni si è vista la realtà, dove era la ragione e dove il progresso. Allora, della Sercom se ne occuparono tanti organi d’informazione, tra cui L’Espresso (con un articolo documentato dal titolo: soldi a me mattoni a te). Da tutti quelli che se la prendevano con chi difendeva le pregiate qualità del territorio e voleva posti di lavoro veri, nessuno ha chiesto scusa dopo, dicendo “ci siamo sbagliati, avevate ragione”. E ora si ricomincia con il presunto “biscottificio” apripista di non si sa cosa, con la promessa (promessa?) dei posti di lavoro.
Art. 9 della Costituzione:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e la ricerca scientifica e tecnica e artistico della nazione.” “La democrazia e la libertà crescono da un serio confronto di idee. (on. Anna Nenna D’Antonio. Il Centro 7.7.2016)
Vogliamo fare una previsione? Il Palazzo andrà avanti con indifferenza, senza alcuna considerazione di chi ha concrete proposte innovative, sociali e molto produttive per il presente e per l’avvenire della nostra gente.
Claudio Robimarga
Movimento culturale Paesi nostri
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