Le famiglie italiane confermano un basso livello di conoscenze finanziarie e poca familiarita’ con gli strumenti di investimento. E’ quanto emerge dal Rapporto 2016 della Consob sugli investimenti finanziari. Solo poco piu’ del 40% degli intervistati e’ in grado di definire correttamente alcune nozioni di base, quali inflazione e rapporto fra rischio e rendimento. E percentuali anche inferiori (fino all’11%) si registrano per concetti piu’ sofisticati riguardanti le caratteristiche dei prodotti piu’ diffusi. Il livello di conoscenze finanziarie, per lo piu’ omogeneo tra uomini e donne, e’ piu’ elevato tra i soggetti piu’ istruiti e i residenti nel nord Italia. Piu’ del 20% degli intervistati dichiara di non aver familiarita’ con alcuno strumento finanziario (il dato scende all’8% per il sotto-campione degli investitori, mentre il restante 80% indica piu’ frequentemente i titoli del debito pubblico e le obbligazioni bancarie seguiti da azioni quotate e fondi azionari. La ridotta alfabetizzazione finanziaria incide sensibilmente sulla comprensione dell’andamento dei mercati e di nuovi fenomeni congiunturali.
La stragrande maggioranza degli intervistati non comprende inoltre il concetto di tassi di interesse negativi. Un altro dato che emerge dal rapporto Consob e’ la grande avversione al rischio. La meta’ circa degli italiani identifica io rischio con la possibilita’ di subire perdite in conto capitale, il 25% con la variabilita’ dei rendimenti, il 20% con la possibilita’ di conseguire rendimenti inferiori a quelli attesi e con l’esposizione alla congiuntura dei mercati. La percezione del rischio sembra essere correlata alla cultura finanziaria: i soggetti con minori conoscenze finanziarie tendono a dare enfasi al rischio di non comprendere le informazioni ricevute e di ricevere un’insufficiente tutela legale mentre le persone piu’ esperte sono piu’ spesso sensibili ai trend di mercato e al rischio di liquidita’.
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