Il Prof. Leandro Provinciali, Presidente della Società Italiana di Neurologia, a Radio Cusano Campus: “Mancato trattamento antiepilettico può causare la morte. Traumi cranici correlati ad epilessia. Morte causata da globo vescicale? Ipotesi poco frequente come quella da epilessia”
Il Prof. Leandro Provinciali, Presidente della Società Italiana di Neurologia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
In merito alla morte di Stefano Cucchi. “Difficile esprimere un parere nel caso specifico –ha affermato il Prof. Provinciali-. Posso dire che uno stato di male epilettico, cioè un ripetersi delle crisi non controllate dalla terapia, comporta dei rischi molto severi fino alla morte. Questo fatto non è così raro come si pensa, le morti legate all’epilessia sono di diversa natura e ampiamente descritte in letteratura.
Se un paziente epilettico è in trattamento cronico e lo sospende bruscamente un tale fatto può essere alla base di eventi sempre più severi di epilessia che portano allo “stato di male epilettico” che mette a dura prova il funzionamento di cuore e polmoni, oltre che quello del cervello, e che quindi può potenzialmente essere molto dannoso fino ad essere letale.
Traumi cranici possono indubbiamente essere correlati alla recidiva delle crisi epilettiche che portano ad una alterazione del funzionamento del cervello.
Riguardo la morte per globo vescicale e frattura vertebrale posso dire, in termini molto generali, che una compromissione dei nervi che regolano lo svuotamento vescicale può determinare una ritenzione acuta di urina (globo vescicale) e questo può avere a sua volta delle risposte riflesse molto significative come reazioni sincopali. In questo caso mi diventa difficile esprimermi perché è una condizione meno frequente. Parlo in generale e non nello specifico. E’ indubbio che le due ipotesi formulate siano eventi poco frequenti in medicina ma ogni caso fa storia a se.
Non è tanto la frattura del cranio che crea danni ma ciò che c’è sotto l’osso, quindi il cervello. Ci sono complicanze significative che possono verificarsi dopo 7 giorni, ma identificabili con facilità. Le conseguenze più rischiose sono comunque quelle che si verificano entro le prime 24/36 ore”.
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