Grazie alle nuove immagini radar, acquisite ieri, primo novembre, da orbite ascendenti e discendenti dai sensori (operanti in banda C) della costellazione Sentinel-1 del Programma Europeo Copernicus, le elaborazioni effettuate dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea) di Napoli, utilizzando la tecnica dell’interferometria radar differenziale, hanno ora “rilevato in tutta la sua estensione (circa 1.100 chilometri quadrati) e complessità, il campo di deformazione originato dal terremoto”.
In particolare, “combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel-1 ascendenti e discendenti è stato possibile stimare gli spostamenti sia verticali, sia nella direzione est-ovest– segnalano dal Cnr-Irea- Si evidenziano due grossi lobi di deformazione orizzontale, uno con uno spostamento verso est baricentrato all’incirca nell’area di Montegallo (con un massimo di circa 40 centimetri), l’altro con spostamenti verso ovest centrati nell’area di Norcia (con un massimo spostamento di circa 30 cm)”.
Come spiega Riccardo Lanari, direttore del Cnr-Irea, “è abbastanza chiaro da queste analisi quel che sta succedendo in termini di deformazione superficiale” e, riferendosi alle foto allegate (dettagli nella didascalia, ndr), “l’area in rosso va verso ovest, quella in blu va verso est” per cui “la zona di Norcia si sposta verso ovest e quella di Montegallo verso est”.
Si rileva poi “una componente verticale in fortissimo abbassamento, quella di Castelluccio di Norcia“, prosegue, fatto che”era già noto, ma queste rilevazioni molto ben centrate” e mostrano “quello che è accaduto nel corso di questo evento sismico”. Dalle rilevazioni satellitari “si evidenziano anche significative deformazioni verticali caratterizzate da una forte subsidenza, di almeno 60 centimetri nell’area di Castelluccio (già emersa dalle prime analisi dei dati Sentinel-1), e da una deformazione verticale in sollevamento di circa 12 cm nell’area di Norcia”.
Fra l’altro, “gli effetti relativi all’area di Norcia erano già in parte emersi dall’analisi effettuata utilizzando congiuntamente i primi dati Sentinel-1 e quelli della costellazione italiana Cosmo-SkyMed(operante in banda X) e sviluppata dall’Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il ministero della Difesa”. Il Cnr-Irea segnala infine che “a causa delle notevoli entità delle deformazioni avvenute, è possibile che gli spostamenti rilevati siano sottostimati anche di un 30% ma tali effetti saranno corretti grazie alle nuove acquisizioni già previste nei prossimi giorni, in particolare quelle del sensore radar (operante in banda L) a bordo del satellite giapponese Alos 2″.
L’attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (Dpc) e viene svolta da un team di ricercatori del Cnr-Irea di Napoli e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).
A CASTELLUCCIO TERRENO ABBASSATO DI 70 CM
In seguito ala devastante scossa di domenica mattina “il ribassamento del terreno aumenta” nell’area interessata “fino a raggiungere, in prossimità del paese di Castelluccio di Norcia, circa 70 centimetri”. Lo dice l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv)- Gruppo di lavoro Sar del Centro nazionale terremoti.
Nella prima immagine l’interferogramma differenziale ottenuto da dati radar del satellite europeo Sentinel-1: “ogni frangia di colore rappresenta un abbassamento del terreno di circa 3 cm superiore alle frange adiacenti. L’ellissi indica la zona in cui si sono verificati i maggiori movimenti del terreno, più stretta a nord e più larga a sud, estesa in lunghezza per circa 40 km e in larghezza per circa 15 km. Verso l’interno dell’elisse il ribassamento del terreno aumenta fino a raggiungere, in prossimità del paese di Castelluccio di Norcia, circa 70 cm sulla verticale”.
Nella stessa immagine, “fuori dall’ellisse, a est e a ovest, il terreno è stato sollevato di alcuni centimetri. La linea verde rappresenta l’andamento approssimativo del sistema di faglie che ha originato i vari terremoti della sequenza. Sulla linea la punta dei triangoli indica il lato in cui i blocchi di Crosta Terrestre sono ribassati lungo le superfici di faglia. Le stelle verdi mostrano, invece, i tre eventi maggiori della sequenza“.
Le frange di colore “mostrano un movimento del terreno complesso e che evidenzia due distinti fenomeni: la dislocazione sismica, ovvero lo scorrimento degli opposti blocchi di crosta terrestre lungo le superfici di faglia profonde che hanno causato i tre terremoti principali, e i movimenti molto superficiali e localizzati come scarpate di faglia, riattivazioni di frane e sprofondamenti carsici”.
Alla rottura direttamente legata al sisma (la dislocazione sulla faglia) è imputabile l’andamento concentrico generale delle frange colorate. Mentre le interruzioni, gli addensamenti o le piegature ad angolo acuto delle frange sono dovute a movimenti di rottura più superficiali. Questo è il contributo che i terremoti, ripetendosi nel tempo, forniscono alla costruzione dei paesaggi appenninici. Utilizzando questi e altri dati è possibile ricostruire nel dettaglio la posizione e le caratteristiche delle faglie profonde e ottenere, quindi, informazioni molto importanti per la valutazione della sequenza sismica.
La seconda figura mostra in grigio i 2 piani di faglia attivati con il terremoto di Amatrice del 24 agosto scorso e una possibile ricostruzione (non un modello) del piano di faglia su cui sono probabilmente avvenuti gli eventi del 26 e del 30 ottobre, in rosa.
Lascia un commento