In Calabria, Campania e Sicilia, risultano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra: per la scuola dell’infanzia e primaria, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali e a Catanzaro si devono completare pure quelle del personale Ata. Al Nord non va meglio: a Genova il 30% dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto (forse non arriverà mai) un insegnante di sostegno specializzato; a Savona scarseggiano i docenti del primo ciclo e le scuole sono costrette a ricorrere ai candidati privi di abilitazione che hanno presentato la sola “messa a disposizione”; a Torino, ci sono da coprire ancora 339, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti “a macchia di leopardo” alle medie e alle superiori; carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto ed in altre regioni. A Firenze un gruppo di genitori lancia un appello pubblico: Per Natale vogliamo una maestra o una prof!
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): mai era accaduto che così tanti insegnanti e pure una parte di Ata dovessero attendere più di tre mesi per essere nominati su posti vacanti o spezzoni di cattedre residui. Il tutto diventa intollerante perché, ancora una volta, gli uffici scolastici non si sono attivati per coprire i vuoti sul sostegno che riguardano qualcosa come 40mila posti: non possono, poi, essere di certo i docenti del “potenziamento” a fare da tappabuchi su insegnamenti per i quali non sono nemmeno abilitati. Sembra assurdo, ma la riforma della scuola, alla resa dei conti, ha aggravato il fenomeno del precariato e della copertura adeguata dei posti.
Si è concluso pure il mese di novembre: le scuole aspettano, però, ancora un alto numero di supplenti. Ad oltre un mese di distanza dall’ultima denuncia dell’Anief, nella quale si stimava che 50mila docenti precari avrebbero avuto la cattedra annuale tra novembre e Natale, i fatti danno ragione al giovane sindacato, soprattutto per l’assegnazione dei docenti di sostegno per gli alunni disabili: dalle sedi territoriali, collegate con gli istituti, risulta che ad oggi in Calabria, Campania e Sicilia, vi siano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra; per la scuola dell’infanzia e primaria, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali. A Catanzaro si devono completare, inoltre, quelle del personale Ata.
Al Nord non va meglio: come a Genova, dove il 30% dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto (forse non arriverà mai) un insegnante di sostegno specializzato o, come a Savona, dove scarseggiano i docenti del primo ciclo e le scuole sono costrette a ricorrere ai candidati privi di abilitazione che hanno presentato la sola “messa a disposizione”; a Torino, ci sono da coprire ancora 339, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti “a macchia di leopardo” alle medie e alle superiori, in particolare per le materie scientifiche con i prof in graduatoria ormai esauriti (“Mai visto che a fine novembre si debba ancora essere alle prese con l’assenza della maestra, del professore di matematica o di scienze”, scrive La Stampa); carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto ed in altre regioni.
Questi sono i fatti: tuttavia, il Governo continua a dire, in splendida solitudine, di voler combattere la supplentite e che il precariato si stia riducendo. Chi vive la scuola sa, però, come stanno le cose, genitori compresi: un gruppo, a Firenze, particolarmente preoccupato della mancata assegnazione dei posti vacanti, ha fatto sapere di aver “contattato tutti ma, nonostante il Natale già alle porte, siamo ancora senza maestra”. Dopo aver sostenuto che “se questa è la #buonascuola vogliamo quella di prima!”, tramite Facebook hanno lanciato un appello: Per Natale vogliamo una maestra o una prof!
La richiesta sembra la risposta giusta alle parole del ministro dell’Istruzione che, ad ottobre, aveva tentato inutilmente di tranquillizzare la “piazza” sostenendo che fosse tutto sotto controllo “pePrché non siamo a Natale”. “L’eventualità posta da Giannini – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si sta invece verificando ed è davvero grave: perché mai era accaduto che così tanti insegnanti e pure una parte di Ata dovessero attendere più di tre mesi per essere nominati su posti vacanti o spezzoni di cattedre residui. Il tutto diventa intollerante perché, ancora una volta, gli uffici scolastici non si sono attivati per coprire i vuoti sul sostegno, che riguardano qualcosa come 40mila posti. E non possono essere di certo i docenti del “potenziamento” a fare da tappabuchi su insegnamenti per i quali non sono nemmeno abilitati. Sembra assurdo ma – conclude Pacifico – la riforma della scuola, alla resa dei conti, ha aggravato il fenomeno del precariato e della copertura adeguata dei posti”.
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