Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane a prosciogliere da ogni accusa e a rilasciare immediatamente e senza alcuna condizione il fotoreporter Mohammed Abu Zeid, noto come Shawkan, da oltre tre anni in carcere e che il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti, affronta un’ulteriore udienza in tribunale.
“Quando è stato arrestato, nell’agosto 2013, Mohammed Abu Zeid stava semplicemente facendo il suo lavoro: scattare fotografie durante il violento sgombero di un sit-in in una piazza del Cairo, culminato in un massacro di manifestanti da parte delle forze di sicurezza egiziane. La sua detenzione è chiaramente motivata da intenti politici ed egli non dovrebbe trascorrere neanche un giorno in più in carcere. Scattare fotografie non è un reato” – ha dichiarato Najia Bounaim, vicedirettrice delle campagne presso l’Ufficio regionale di Amnesty International di Tunisi.
“La lista delle ingiustizie ai danni di Mohammed Abu Zeid è lunga. Picchiato e torturato dalle forze di polizia, è stato interrogato in assenza di un avvocato. Ai suoi legali è stato impedito l’accesso a importanti documenti, compromettendo in questo modo la possibilità di preparare la difesa. Durante la detenzione, ha ricevuto cure solo sporadiche per l’epatite C di cui soffre” – ha sottolineato Bounaim.
La durata della detenzione preventiva cui Mohammed Abu Zeid è sottoposto viola le norme internazionali e la stessa legge egiziana, che prevede la scarcerazione se un imputato non sia stato giudicato entro due anni dall’arresto.
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