Per l’amministrazione Raggi, a Roma, non c’è pace. Mentre la giunta è ancora incompleta in posti chiave – dopo dimissioni spontanee o causate da incompatibilità, avvisi di garanzia, arresti – il bilancio della città per il 2017 viene stroncato dall’Oref: il Collegio dei Revisori, un ente indipendente al quale è demandata la revisione economico-finanziaria del Comune. Esso è composto da tre membri in carica per un triennio senza possibilità di revoca. Quelli attuali a Roma sono stati nominati ad inizio anno e avevano il compito di esprimere il proprio parere sulla proposta di bilancio di previsione. Ebbene, il bilancio redatto dalla giunta Cinque Stelle della Capitale è stato clamorosamente bocciato. Per la prima volta.
“L’Amministrazione – afferma il parere dei Revisori – non ha previsto gli interventi correttivi necessari ed indispensabili per la salvaguardia degli equilibri “. Vi ernao 215 milioni di debiti fuori bilancio, insomma. E aggiunge “non si riscontra un adeguato e specifico programma di recupero delle entrate tributarie e patrimoniali”. Il risultato? Mancavano fondi per nuove gare d’appalto per le mense scolastiche, quelli per le bonifiche dei campi rom, per i bagni pubblici, ben 40 milioni necessari alla Metro A nonché a quella C. E così via. A lamentarsene, ancor prima del giudizio dell’OREF, erano stati d’altronde gli stessi dipartimenti del comune. I quali avevano ricevuto da parte dell’ufficio al Bilancio (guidato dall’assessore Mazzillo) ben meno di quanto richiesto.
L’ente preposto ha strigliato ancora la giunta chiedendo di razionalizzare le partecipate, cedendo partecipazioni o sciogliendo società non strettamente necessarie. “Ulteriori risparmi derivanti dalla razionalizzazione della spesa – chiosano i Revisori – non appaiono possibili se non a danno della qualità dei servizi erogati dall’Ente ai cittadini”.
La data ultima per approvare il Bilancio dell’anno 2017 è il 31 dicembre: ma, dopo la netta bocciatura da parte dell’OREF, non si farà più in tempo. Di norma, ciò porterebbe allo scioglimento del Consiglio Comunale con decreto del Presidente della Repubblica – secondo il Testo Unico per gli Enti Locali. O, quantomeno, al suo commissariamento. Con ogni probabilità, però, la scadenza verrà prorogata per tutti i comuni italiani a fine febbraio, causa svolgimento del referendum costituzionale. La giunta Raggi è, insomma, salva per ora.
Ciò che resta è l’evidente imbarazzo politico su una materia di estrema importanza nella Città Eterna, sommersa da 13 miliardi di debiti dopo la sconsiderata gestione delle ultime amministrazioni. Ad insidiare il futuro del Movimento Cinque Stelle – non solo romano – è dunque la capacità di far combaciare onestà e competenza. Operazione, finora, fallita. Laddove il Movimento si rendeva conto di non essere all’altezza, ricorreva infatti ad esterni. Come nel caso di Marra. Ma questi si sono rivelati poco congrui al curriculum morale dei grillini. Roma, insomma, si sta rivelando un banco di prova ben più difficile di quanto inizialmente pensato. Un banco di prova determinante per dimostrare di essere in grado di governare.
Giovanni Succhielli-Pressenza
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