C’è la mano del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi dietro l’attentato che ha sconvolto la Turchia nella notte di Capodanno. Dopo oltre 30 ore, l’Isis ha infatti rivendicato l’azione terroristica nel locale di Istanbul, che ha causato 39 vittime ed oltre 70 feriti.
Nella rivendicazione, i seguaci di al-Baghdadi attaccano la Turchia “serva dei crociati” e celebrano l’attentatore, “un eroico soldato del califfato”, che ha colpito “il più famoso nightclub dove i cristiani stavano celebrando la loro festa apostatica”.
L’attentatore sarebbe originario dell’Asia centrale, Uzbekistan o Kirgizistan, ex repubbliche sovietiche a maggioranza turcofona. Stando alle ultime ricostruzioni, l’attentato al Reina Club è durato circa sette minuti. L’attentatore, ripreso in un filmato della videosorveglianza, sarebbe entrato nel locale gremito di folla con indosso un cappuccio bianco. Ha poi aperto il fuoco con un fucile automatico. Almeno 39 i morti, 28 dei quali stranieri. Secondo il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu, l’uomo “sarà catturato presto”.(Dire)
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