“L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) colloca l’osteopatia nell’ambito delle medicine tradizionali (Tm), complementari e alternative (Cam). Nella Comunità europea e in Italia per indicare lo stesso ambito viene generalmente utilizzato il termine di medicina non convenzionale. A garanzia del cittadino penso che al pari delle altre inserite nello stesso campo (chiropratica, agopuntura, ayurveda, naturopatia, nuad thai, medicina tradizionale cinese, ecc.), l’osteopatia debba essere praticata da professioni sanitarie già esistenti, anche per evitare l’inutile frammentazione e confusione per il cittadino nell’avere una professione sanitaria per ogni forma di terapia complementare”. Queste le parole del presidente di Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Vincenzo Falabella, che ci tiene a sottolineare anche come “per patologie come il reflusso gastroesofageo, la sindrome del colon irritabile, la polmonite e l’asma bronchiale mi rivolgerei al mio medico curante e, se da lui consigliato, a uno specialista della branca di interesse della patologia”.
Parole riferite alle dichiarazioni di Paola Sciomachen, presidente del Roi, che sosteneva come l’osteopatia, secondo alcuni lavori scientifici, potesse avere efficacia anche con patologie organiche quali appunto il reflusso gastroesofageo, la sindrome del colon irritabile, la polmonite, la Bpco (Bronco pneumopatia cronica ostruttiva) e l’asma bronchiale.
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