Qualche anno fa pensavamo di esserci sbarazzati di molte malattie, come la tubercolosi o la polmonite. Oggi alcune di quelle patologie sono tornate, e lo testimoniano i numeri: 200mila casi l’anno di polmoniti con 10mila decessi, le meningiti, ma anche l’Herpes Zoster, che insieme a influenza e pneumococco forma la ‘triade maledetta’ che minaccia le persone anziane. A questo quadro si aggiungono una copertura vaccinale europea sotto la soglia del 95%, 1 milione di persone infette da Hcv, e la maglia nera per l’Italia in fatto di resistenza agli antibiotici di batteri come la klebsielle, e infine oltre 280mila persone colpite da infezioni correlate all’assistenza. Oltre 5 milioni di persone, poi, sono quelle colpite ogni anno dall’influenza.
La minaccia delle malattie infettive, di origine virale e batterica, è stata al centro dell’evento Ahead-Achieving health through anti-infective defense, ospitato presso l’Acquario di Roma e promosso da Msd Italia. Hanno partecipato, fra gli altri, Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato Msd Italia, e Federico Gelli, membro della XII commissione Affari sociali della Camera dei deputati.
“L’Italia è maglia nera per quanto riguarda le resistenze- ha dichiarato Ricciardi- come le klebsielle e altri batteri Gram negativi nei confronti di diversi antibiotici, primi fra tutti i carbapenemi. Ma anche malattie virali prevenibili, come ad esempio l’influenza, possono causare indirettamente migliaia di decessi ogni anno, per complicanze batteriche o cardiovascolari. Le emergenze infettivologiche poi costituiscono un caso a parte, e il caso meningite in Toscana e i focolai di chikungunya o West Nile rappresentano solo alcuni dei tanti episodi che siamo costretti ogni anno a fronteggiare”. Per quanto riguarda le infezioni da Hcv, Gelli, membro XII commissione Affari sociali della Camera dei deputati, ha dichiarato che “non utilizzare le opzioni terapeutiche che la scienza mette a disposizione per eradicare una delle infezioni più diffuse e insidiose come quella da Hcv è una scelta inaccettabile sul piano sanitario, sociale e anche etico: è arrivato il momento di dare certezze a tutti i pazienti con infezione da Hcv, eliminando ogni barriera per l’accesso alle nuove terapie attraverso un Piano nazionale finalizzato alla completa eradicazione di questa patologia”.
Altro tema importante di cui si è parlato durante l’incontro sono le infezioni da germi antibiotico-resistenti, che rappresentano un’emergenza sanitaria globale. Un problema gravissimo è rappresentato dalle infezioni intra-ospedaliere che riguardano l’8-12% dei pazienti ricoverati. In Europa si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano oltre 37mila decessi e sono responsabili di un significativo assorbimento di risorse che ammontano a circa 1,5 miliardi all’anno; negli Stati Uniti sono 2 milioni i soggetti colpiti da un’infezione resistente agli antibiotici con circa 50mila morti e una spesa che supera i 20 milioni di euro. In Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa e quasi sempre al di sopra della media europea. Nel nostro Paese ogni anno dal 7% al 10% dei pazienti va incontro a una infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi. Le infezioni correlate all’assistenza colpiscono ogni anno circa 284mila pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi. Secondo le recenti stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità se non si metteranno in atto misure di contenimento, i ‘superbug’ saranno, nel 2050, la principale causa di morte.
Le soluzioni passano attraverso tre capitoli essenziali:
1. Le misure di buone pratiche cliniche;
2. Il contenimento dell’uso inappropriato degli antibiotici con l’introduzione del concetto di antimicrobial stewardship, ossia la gestione responsabile degli antiobiotici;
3. La ricerca di nuove terapie antiobiotiche.
“Sul fronte delle infezioni batteriche, Msd è uno dei pochi gruppi farmaceutici ancora attivi in ambito della salute sia umana che animale per favorire l’adozione di una vera stewardship antimicrobica attraverso lo sviluppo di nuovi antibiotici in grado di contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza e la ricerca di nuovi vaccini che possano dare concrete risposte ai bisogni sanitari insoddisfatti sia nei Paesi a economia avanzata che in quelli in via di sviluppo. Intendiamo ribadire e proseguire il nostro impegno contro le malattie infettive, non solo continuando a ricercare nei nostri laboratori innovazioni tecnologiche, ma anche collaborando con tutti gli stakeholder coinvolti attraverso partnership trasparenti e di valore a fianco della sanità pubblica”. Queste le parole di Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato Msd Italia, a margine del convegno. In linea con queste buone pratiche lo scorso 18 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale.
Le principali novità:
– L’introduzione delle vaccinazioni anti-meningococco B, anti-rotavirus e antivaricella per i nuovi nati; – L’estensione della vaccinazione anti-Hpv ai maschi undicenni;
– L’introduzione della vaccinazione antimeningococcica tetravalente ACWY135 e richiamo anti-polio con Ipv negli adolescenti;
– L’introduzione delle vaccinazioni anti-pneumococco (in strategia sequenziale: vaccino coniugato seguito dal vaccino polisaccaridico) e anti-Herpes Zoster per i sessantacinquenni.
Il nuovo Piano vaccinale 2017-2019 è stato inserito nei Livelli essenziali di assistenza e questo ne garantisce un’applicazione equa e capillare in tutto il Paese. Particolarmente importante l’estensione anche ai ragazzi della vaccinazione contro il Papillomavirus: le evidenze scientifiche dimostrano come l’Hpv sia la causa del tumore del collo dell’utero e di altri tumori ano-genitali diffusi in entrambi i sessi. Il Pnpv 2017-2019, inoltre, sottolinea il valore etico e sociale delle vaccinazioni e quanto fondamentale sia la condivisione della consapevolezza della loro efficacia nel determinare un guadagno di salute, in primis tra tutti gli operatori sanitari, ma anche nella popolazione generale.
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