Con l’intervento del presidente di Special Olympic Italia, Maurizio Romiti, del Presidente del Coni Giovanni Malagò e del presidente del Cip, Luca Pancalli, si tiene a Roma,oggi 7 marzo 2017 alle ore 10.30 presso la Sala Giunta del Coni in Piazza Lauro de Bosis 15, laconferenza stampa di presentazione dei Giochi Mondiali Invernali Speciali Olympics, in programma in Austria dal 14 al 25 marzo in rappresentanza della delegazione italiana, sono presenti in conferenza alcuni atleti.
Oltre 2.700 atleti con o senza disabilità intellettiva provenienti da 107 nazioni, 3.000 volontari,1.100 coach, circa 20.000 spettatori in loco e milioni attraverso i canali televisivi di tutto il mondo. Un evento internazionale che accenderà i riflettori sulle politiche attuate nel mondo per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva nella società al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica ed abbattere ogni pregiudizio e forma di emarginazione.
Ai giochi invernali in Austria, l’Italia sarà rappresentata da una delegazione di 48 persone, di cui 34 atleti che gareggeranno nelle discipline di sci nordico, sci alpino, snowboard e corsa con le racchette da neve. Dodici giorni per un evento mondiale che si svilupperà in 3 differenti location:Graz, Schladming – Rohrmoos e Ramsau.
La Cerimonia di Apertura avrà luogo, sabato 18 marzo alle ore 19.00, allo Stadio Planai aSchladming. Le gare, in programma dal 19 al 23 marzo, si articoleranno in 9 specialità dello sport invernale: pattinaggio artistico (tradizionale e unificato) pattinaggio di velocità su ghiaccio,floorhockey (tradizionale e unificato), floorball (tradizionale e unificato), corsa con le racchette da neve, sci alpino, sci nordico, snoaboard e stickshooting. La Cerimonia di Chiusuraprevista il 24 marzo alle ore 19.00, si terrà a Graz presso lo Stadio di Liebenau.
Durante i Giochi Mondiali Invernali si terrà il Summit dei Giovani Leaders, quest’anno denominato “Generation Unified Summit”, attraverso il quale giovani provenienti da tutto il mondo avranno l’occasione di confrontarsi su temi dell’integrazione ed accettazione. Tra le numerose candidature sono stati selezionati gli aquilani Paolo Aquilio, atleta, ed il Partner Matteo Gioia, atleta senza disabilità intellettiva.
Davanti al Presidente del CONI Giovanni Malagò, Paolo Aquilio ha riportato la propria esperienza all’interno di Special Olympics: “Come atleta cerco di dare sempre il meglio di me. Lo sport mi ha insegnato che ogni difficoltà è fatta per essere superata. Mi ha dato forza e coraggio e determinazione nell’affrontare ogni aspetto della vita come nell’iniziare uno stage che spero possa diventare un lavoro definitivo. Sono felice di condividere con il mio partner ed amico Matteo, questa nuova esperienza e di poter affrontare insieme a lui temi importanti come l’accettazione ed il rispetto fondamentali per ognuno di noi per crescere serenamente senza sentirsi giudicati”
Questa l’intervento del partner Matteo Gioia: “Il nostro progetto va oltre lo sport, perchè Special Olympics non è solo sport, ma è anche amicizia ed inclusione. Il nostro progetto ci porterà a visitare i sindaci e gli amministratori locali delle maggiori città d’Abruzzo, ma anche gli studenti abruzzesi. Per far capire che oltre allo sport, c’è l’amicizia e la vita di tutti i giorni perchè anche le persone con difficoltà hanno il diritto di appartenere ad una società unificata che li accetti e li rispetti per quello che sono e che gli diano tante opportunità perchè lo meritano davvero.”
L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, a Salisburgo e Schladming, 1600 atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono in 5 specialità sportive, furono i primi giochi invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti. Gareggiare agli eventi internazionali in particolare, dona agli atleti una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Una possibilità che, quando viene colta e vissuta nella sua interezza, coinvolge anche tutta la sua rete di relazioni, da quella familiare, a quella scolastica o lavorativa, da quella amicale a quella più estesa della comunità in cui l’atleta vive. Non è insolito scoprire in ogni storia di vita degli altri atleti un punto di svolta, un cambiamento positivo che il più delle volte coincide proprio con l’esperienza internazionale che hanno l’opportunità di vivere con Special Olympics; si torna a casa con un bagaglio più ricco, non soltanto per il peso delle medaglie conquistate sul podio. Trentaquattro storie di vita, quelle relative alla delegazione italiana, che andranno ad arricchirsi di una nuova esperienza, una nuova opportunità di crescita.
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