Nel 2016 le procedure fallimentari aperte dalle aziende abruzzesi sono state 238, registrando un calo del 37,4% rispetto alle 380 del 2015. Tale andamento pone l’Abruzzo al primo posto tra le regioni italiane (seguito da Friuli-Venezia Giulia: -19,4% e Molise: -18,2%) e risulta molto migliore rispetto alla media nazionale (-8,7%). E’ quanto emerge dalle elaborazioni che il Cresa ha svolto sui dati Infocamere-Stockview.
Il notevole calo regionale è legato alla diminuzione molto rilevante riscontrata nella provincia di Teramo (-65,3%) che ha recuperato il forte incremento registrato nel 2015. Le altre province hanno segnato flessioni inferiori alla media regionale. Nonostante la forte riduzione rilevata nel 2016, Teramo continua ad emergere nell’ambito della distribuzione provinciale delle aperture di procedure fallimentari: spicca, infatti, così come accade per Pescara, con il 31,5% del totale abruzzese. Inoltre, Chieti ne rappresenta il 26,1% e L’Aquila il 10,9%.
Così come avviene in Italia, circa i tre quarti delle procedure fallimentari sono state aperte da società di capitali (Abruzzo: 76,5%; Italia: 76,4%). Pesano molto meno le società di persone (Abruzzo: 11,3%; Italia: 11,5%) e le imprese individuali (Abruzzo: 10,1%; Italia: 7,8%) mentre le altre forme (cooperative e consorzi) sono residuali (Abruzzo: 2,1%; Italia: 4,3%). Rispetto al 2015 in Abruzzo tutte le forme giuridiche hanno registrato diminuzioni, tutte più pesanti degli andamenti nazionali, soprattutto tra le imprese individuali (-54,7%).
Relativamente ai settori di attività economica, le nuove procedure aperte in Abruzzo hanno riguardato soprattutto le imprese operanti nel commercio (26,1%; Italia: 23,2%), nelle attività manifatturiere (24,8%; Italia: 18,8%) e nelle costruzioni (18,9%; Italia: 20,5%), settori tutti in calo rispetto al 2015.
Nel 2016 hanno aperto una procedura fallimentare 1,6 imprese abruzzesi su 1000, valore inferiore a quello nazionale (2,1) che vede l’Abruzzo al quindicesimo posto della classifica regionale nella quale spiccano in negativo la Lombardia (2,9) e in positivo la Basilicata (1,0). A scala provinciale tassi di fallimento più pesanti sono stati riscontrati a Teramo (2,1) e Pescara (2,0).
Le forme giuridiche mediamente più coinvolte dall’apertura di procedure fallimentari sono le società di capitali, che in Abruzzo contano 5,3 nuove procedure su 1000 imprese registrate, rispetto al 6,1 registrato in Italia. Le altre tipologie giuridiche rilevano tassi di fallimento tutti inferiori alla media, in particolare per le imprese individuali (0,3).
Tra i settori di attività economica la fornitura di acqua, gas e vapore ha registrato il tasso di fallimento più elevato (8,7 nuove procedure su 1000 imprese). Seguono le imprese operanti nell’istruzione (7,6), nelle attività manifatturiere (4,2), nel trasporto e magazzinaggio (3,3) e nelle costruzioni (2,3).
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