Sarà una Pasqua in tono minore ma che scommette sul futuro quella degli agriturismi abruzzesi che a sette mesi dalle prime scosse vedono diminuire le presenze dei turisti stranieri nelle aree colpite dal sisma ma ci sono anche segnali di ripresa che fanno ben sperare. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Abruzzo che, a pochi giorni dalla festa della Resurrezione, lancia l’iniziativa nazionale Fai Pasqua da noi, promossa dagli Agriturismi di Campagna Amica, alla vigilia delle festività pasquali per favorire una prima ripresa delle presenze attraverso una serie di iniziative, attività e piatti della tradizione.
L’agriturismo, insieme a zootecnia e olivicoltura, in Abruzzo è tra i settori più danneggiati dal terremoto con le presenze dall’estero fortemente diminuite nelle aziende situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica. Nei 131 comuni del cratere colpito dalle scosse che si sono susseguite dal 24 agosto, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria ma gli effetti del terremoto sulle presenze in agriturismo negli ultimi mesi si sono sentiti anche su tutti i 3400 agriturismi – di cui oltre 500 in Abruzzo – complessivamente attivi nelle quatto regioni. In ogni caso, da una indagine sulle province abruzzesi, sembrano invece tenere le prenotazioni per i pranzi di pasqua e Pasquetta soprattutto dalla affezionata clientela locale che vuole mangiare bene ed in modo genuino.
Per rilanciare le zone terremotate nasce così l’iniziativa Fai Pasqua da noi, un invito a trascorrere le festività in agriturismo assaggiando i piatti della tradizione tra i quali anche quest’anno la carne d’agnello – ma anche le ricette più tipiche e tradizionali – sarà l’alimento più rappresentativo del pranzo pasquale, appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori poiché in occasione di questa festività si acquista quasi la metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. Un’occasione per recuperare i piatti della transumanza tramandati da secoli (in Abruzzo agnello cacio e ova ma anche cosciotto d’agnello o le particolari coratelle) con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio. “Ma quest’anno c’è una ragione in piu’ – dice Coldiretti – perché portare la carne di agnello a tavola significa salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove secondo la Coldiretti, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre. Il terremoto – spiega la Coldiretti – ha infatti allontanato i turisti e ridotto le spedizioni verso le grandi città come Roma dove storicamente vengono acquistati agnelli del centro Italia di grande qualità”.
Coldiretti Abruzzo ricorda che sul sito www.campagnamica.it è possibile trovare un elenco degli agriturismi abruzzesi aperti nei quali trascorrere la vacanza pasquali e contribuire in questo modo a far ripartire l’economia. Ma lo scopo dell’iniziativa – conclude l’organizzazione – è anche quello di riportare i buongustai a fare acquisti nelle aziende delle aree terremotate, che a causa del sisma hanno registrato una diminuzione dei clienti provenienti soprattutto dall’estero”.
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