E’ morto Oliviero Beha

E’ morto il giornalista Oliviero Beha. Lo scrittore, 68 anni, era malato da tempo. Giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico, Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949. Ha iniziato la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò a inizio anni Ottanta. Ha lavorato in […]

E’ morto il giornalista Oliviero Beha. Lo scrittore, 68 anni, era malato da tempo. Giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico, Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949.
Ha iniziato la carriera giornalistica, occupandosi di sport, a Paese Sera, per poi passare a Repubblica che lasciò a inizio anni Ottanta.

Ha lavorato in Rai e continuato a scrivere fino all’ultimo.

E’ stato inoltre autore di testi teatrali, di numerosi saggi e raccolte di poesie, che hanno vinto diversi premi. Tra i libri pubblicati: ‘Sono stato io’ (Tropea Editore, 2004), ‘Crescete & Prostituitevi’ (Bur, 2005), ‘Indagine sul calcio’ (Bur, 2006, con Andrea Di Caro), ‘Italiopoli’ (Chiarelettere, 2007, prefazione di Beppe Grillo), ‘Dopo di lui il Diluvio’ (Chiarelettere, 2010), ‘Il calcio alla sbarra’ (Bur, 2011, insieme ad Andrea di Caro), ‘Il culo e lo stivale’ (Chiarelettere, 2012), ‘Un cuore in fuga’ (Piemme, 2014). 

La figlia, in un lungo posto pubblicato sul sito Olivierobeha.it. lo ricorda così: “E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie. Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono: Scrivo queste righe perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La “libertà è un lusso di pochi” mi ripeteva…”

 

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