A sorpresa. Come il cucchiaio ai rigori nella semifinale degli Europei del 2000.“Sono pronto per una nuova sfida”.
Ufficialmente, ancora niente annunci di ritiri, di addii al calcio, di scarpini appesi al chiodo. Del resto, per uno che da bimbo preferiva il pallone all’orsacchiotto da abbracciare per addormentarsi, perché aspettarsi qualcosa di diverso?
Per mesi Francesco Totti non si è mai pronunciato sul suo futuro calcistico. Ha sempre risposto, con ironia, a chi gli diceva “Smetterai?”, come quando ad un fotografo qualche giorno fa ha risposto “Tanto le foto me le farai l’anno prossimo…”.
Negli ultimi mesi tutti si sono affrettati ad annunciare l’addio al calcio giocato del capitano della Roma, che il 27 settembre compirà 41 anni: dirigenti della squadra giallorossa, ex calciatori, commentatori illustri, tifosi della stessa Roma, convinti che “è giusto così, a questa età”.
No. Evidentemente non è giusto così. Perché forse quando la passione è talmente forte, se il fisico ti supporta e il corpo fa quello che ti dice il cervello, per quale motivo dire addio? Il capitano della Roma si è finalmente pronunciato con un post sui social network, confermando che questo sarà il suo ultimo anno con la maglia giallorossa e che il 28 maggio “sarà l’ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma”. Ma non ha parlato, anzi scritto, la parola ‘ritiro’, quella che (quasi) tutti si erano affrettati ad attribuirgli. Forse non giocherà più, forse farà il dirigente nella sua squadra del cuore. O forse no.
Potrebbe aver deciso di accettare la proposta in arrivo dagli Stati Uniti, da Miami, per giocare con la squadra allenata da Alessandro Nesta, dirigente Paolo Maldini. O forse potrebbe fare un altro anno a Doha, in un campionato certamente di livello inferiore ma in un ambiente nuovo, affascinante. E poi la Turchia, la Cina… Intanto sui social i tifosi romanisti sembrano divisi dopo la notizia arrivata all’improvviso: chi si dice soddisfatto (“Finalmente, ha 41 anni”), chi fatalista (“E’ giusto, doveva succedere”), chi dispiaciuto (“Per me domenica con il Genoa non sarà una festa”) e invece chi non è affatto dispiaciuto dall’ipotesi di vederlo giocare ancora e con un’altra maglia (“Uno schiaffo a chi non ti ha più voluto”).
Venticinque anni di Roma, 307 gol, 785 presenze: “Ho sempre sperato di attraversare e di chiudere la mia carriera con una sola maglia addosso, quella della Roma”. L’amore per la Roma, ma anche l’amore per questo sport: “Il mio amore per il calcio non passa: e’ una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedi’ sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida”. Dietro una scrivania, a scovare talenti per la Roma? O forse ancora su un campo di calcio, lontano dagli occhi, lontano dal cuore?
Adriano Gasperetti -DIRE
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