Giugno bollente in Italia ma ancor più in Abruzzo dove le temperature massime della prima decade di giugno sono arrivate a 27,5° (3,5° in più rispetto alla media registrata a giugno 2016, pari a 24 gradi) mentre le precipitazioni si sono praticamente azzerate con uno scarto del 94,1% rispetto al giugno 2016. I dati, diffusi da Coldiretti Abruzzo sulla base dei dati del Ministero delle politiche agricole relativi alla prima decade del mese in corso, evidenziano una situazione che riguarda non solo il territorio regionale ma tutta l’Italia.
In Abruzzo, oltre alle temperature massime si sono alzate anche le minime che sono passate da 13,5 gradi (giugno 2016) a 15 gradi del 2017, contro i 5,9 gradi del 2007 con un aumento di quasi 10 gradi negli ultimi dieci anni. L’ondata di caldo e l’assenza di piogge preoccupa gli agricoltori, sottolinea Coldiretti Abruzzo, perché “potrebbe facilitare il rischio di incendi nelle zone boschive (che in Abruzzo corrispondono ad oltre 400mila ettari di foreste di cui oltre 30mila colpite dal fuoco tra il 2007 e il 2012) e condizionare tutti i settori agricoli, con particolare riferimento agli ortaggi e alla frutta”.
“Non bisogna abbassare l’attenzione – dice Coldiretti Abruzzo – e fare un uso corretto delle risorse disponibili attuali per far fronte all’ondata di clima anomalo soprattutto nelle zone particolarmente vocate in cui attualmente sono in campo le principali produzioni orticole quali patate, carote e altri ortaggi di qualità. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua anche attraverso irrigazioni anticipate e di soccorso nonché lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto. Ma – continua Coldiretti Abruzzo – non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare. Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene Coldiretti – se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali e diventa sempre più importante il ricorso all’assicurazione quale strumento per la migliore gestione del rischio”.
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