È la prima organizzazione di centri nazionali pubblici e privati nel campo della procreazione medicalmente assistita, nata con l’obiettivo di contribuire alla lotta contro la sterilità umana, promuovendo studi e ricerche e valorizzando il rapporto con i pazienti: è la Fondazione di Partecipazione PMA Italia, presentata a Firenze, presso Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana.
Un progetto innovativo volto a trasformare lo scenario della Medicina della Riproduzione nel nostro Paese a beneficio sia degli operatori che dei pazienti. Scopo principale della Fondazione è divenire l’interlocutore di riferimento per tutti i Centri di PMA sia per gli aspetti tecnici che per quelli scientifici.
Attraverso l’innovativo strumento della “Fondazione di partecipazione” per la prima volta i centri di PMA pubblici e privati faranno parte di una medesima organizzazione allo scopo di collaborare nell’elaborazione di azioni e strategie comuni per migliorare gli standard di qualità e di efficacia delle tecniche di PMA, valorizzare i rapporti con i pazienti, contrastare le cause di infertilità umana e tutelare gli interessi degli operatori della PMA.
Questo, in un Paese che da anni sta vivendo un drastico calo delle nascite: nel 2016 in Italia sono nati 470mila bambini: 20mila in meno del 2015 e 100mila in meno del 2010. Un vero e proprio minimo storico: l’Italia è tra i Paesi in Europa dove nascono meno bambini (1,39 per donna nel 2013) e tra quelli dove l’età media delle donne al primo parto supera i 30 anni; a questo ritmo, nel 2022 ci saranno in Italia 4.000 classi di prima elementare in meno rispetto a oggi. Anche la Toscana segue il trend negativo: solo nel 2015, il calo delle nascite rispetto all’anno precedente è stato del 4,2%, con quasi 1.200 nascite in meno. In un panorama di questo tipo, l’apporto delle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita è significativo e la loro rilevanza non può essere negata, considerando che un bambino su cinquanta viene al mondo grazie a questo tipo di trattamenti.
Tra le cause, anche la crescita dell’infertilità: su 10 coppie il 20% circa (una su cinque) ha difficoltà a procreare per vie naturali (20 anni fa la percentuale era circa la metà); circa il 40% delle cause di infertilità riguardano prevalentemente la componente femminile, l’altro 40% riguarda la componente maschile ed un 20% invece è di natura mista. Alla luce dell’aumento della necessità di questi trattamenti, lo standard europeo prevede che gli stati debbano garantire 1500 cicli ogni milione di abitanti, numero che nel nostro Paese ancora non è stato raggiunto.
La presentazione della Fondazione di Partecipazione PMA Italia del 30 giugno si aprirà con i saluti di Eugenio Giani e Marco Stella, Presidente e Vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana, per poi proseguire con gli interventi di presentazione del progetto e le comunicazioni della Senatrice Donella Mattesini, Relatrice del DDL di riforma della Legge 40/04, e di Pasquale Giuseppe Macrì, co-estensore della Legge Bianco/Gelli sulla responsabilità medica. La giornata continuerà con l’intervento della Senatrice Michela Montevecchi, che riporterà il punto di vista delle Istituzioni e dell’importanza della condivisione dei dati. Prenderà parte ai lavori anche Giulia Scaravelli del Registro nazionale PMA. Il pomeriggio sarà dedicato a tavoli tematici di discussione, dove saranno approfondite le seguenti tematiche: le linee guida in Medicina della Riproduzione, le biobanche nei centri PMA, i costi della PMA alla luce dei LEA, l’utilizzo dei Farmaci nella PMA.
“Oggi prende avvio un progetto ambizioso diretto ad unire tutto il mondo della PMA italiana, che si propone come obiettivo da un lato di uniformare e migliorare gli standard delle prestazioni a beneficio dei pazienti e dall’altro di raccordare l’attività dei centri di PMA al fine di porsi come interlocutore forte ed autorevole delle istituzioni e di tutti i soggetti operanti nel campo della medicina della riproduzione” dichiara Luca Mencaglia, Presidente della Fondazione.
“Invero la medicina della riproduzione – precisa Gianni Baldini, Direttore della Fondazione – per effetto di un complesso di fattori come la scelta procreativa sempre più tardiva, stili ed abitudini di vita scorretti, problematiche di infertilità in aumento, e altre concause, assumerà un rilievo sempre maggiore in futuro. Si calcola che la già preoccupante percentuale del 20% di giovani coppie che presenta problemi di infertilità sia destinata nel giro di pochi anni ad aumentare ulteriormente, rendendo la PMA una soluzione obbligata per realizzare un proprio progetto genitoriale per una significativa parte della popolazione”.
“Questa iniziativa ha suscitato un grande interesse negli operatori. – conclude Luca Gianaroli, membro del Direttivo della Fondazione – Lo dimostra il fatto che ad oggi all’evento del 30 giugno hanno aderito i rappresentanti di 37 centri pubblici e privati che nel 2014 hanno eseguito oltre 19200 cicli di PMA. Questo corrisponde a più del 21% di tutti i trattamenti di questo tipo effettuati in Italia nello stesso anno. Ci auguriamo che questi numeri, già importanti, possano crescere ulteriormente in un prossimo futuro”.
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