“L’Unesco ha riconosciuto il Patrimonio Ambientale dell’Italia quale Patrimonio dell’Umanità. Le Faggete di Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, le Faggete secolari del Monte Cimino a Soriano del Cimino, del Monte Raschio nel Parco Naturale di Bracciano – Martignano, le Faggete del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quelle della foresta Umbra in Puglia con piante alte 50 metri, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, la Foresta Vetusta di Faggio di Cozzo Ferriero tra Basilicata e Calabria nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, ben 70 ettari con piante risalenti a 400 anni fa, sono luoghi di eccellenza ambientale. Con tale riconoscimento l’Unesco conferma che l’Italia ha molto di più di Firenze, Roma, Venezia, Assisi e di quel poco che riesce a promuovere. L’Italia è il paese europeo con maggiore bio- diversità, è un concentrato di climi e territori diversi”. Lo ha affermato Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche che un contributo a tale risultato lo hanno dato e lo danno costantemente in modo concreto.
“Noi rappresentiamo l’interfaccia – ha proseguito Spinetti – gli interlocutori diretti con i turisti ed il pubblico tutto, al quale in queste ore stiamo spiegando il perché di tale riconoscimento e quale il significato. L’Unesco ci dice che il patrimonio ambientale italiano è da tutelare. Tutelare non significa solo chiuderlo, mettere vincoli, ma anche divulgarlo, promuoverlo, valorizzarlo, comunicare e spiegare alla gente il perché di un divieto e l’importanza del rispetto. Oggi il patrimonio ambientale italiano è minacciato dalla siccità, anche quella indotta dall’uomo. Secondo i geologi stiamo vivendo l’epoca dell’Antropocene, è l’uomo che sta incidendo sull’evoluzione della natura e la natura non ha confini amministrativi perché di Pianeta ne abbiamo uno solo. Anche in queste ore il territorio italiano è minacciato da numerosi incendi, magari alcuni o molti dolosi. La stessa Legge nuova sui Parchi è stata un’occasione persa. Una parolina sul tema degli incendi avrebbe dovuto esserci con un inasprimento forte della pena per chi li causa. Oggi il Patrimonio Ambientale Italiano va reso più fruibile, spiegato, narrato, raccontato come opera d’arte. Noi lo facciamo da tempo e siamo per milioni di turisti, di cui centinaia di migliaia sono stranieri, il vero punto di riferimento e di contatto con questa immensa opera d’arte che è l’Italia. Siamo le sentinelle del territorio con competenze ampie, professionali e riconosciute. Le Faggete giustamente premiate dall’Unesco sono i luoghi che narriamo ogni giorno e che promuoviamo da anni. Attenzione però perché così come si ottengono riconoscimenti con inserimenti di nuovi siti nella lista del Patrimonio dell’Umanità, potremmo comunque ed ugualmente rischiare il declassamento di altri siti qualora non si dovessero rispettare determinati standard qualitativi”.
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