Siamo vaccinati contro la presunzione di chi è al potere e decide a priori che cosa fa bene e cosa fa male alla salute dei cittadini. Siamo vaccinati anche nei confronti della strumentalità di troppi esponenti della politica, che votano guardando i sondaggi e soprattutto alla possibilità di essere rieletti. Siamo vaccinati persino rispetto al conflitto d’interessi di chi ad esempio può lucrare nel rendere obbligatorio un vaccino o un dispositivo sanitario. Ma non potremo mai essere vaccinati contro la stupidità umana, che talvolta si manifesta senza pudore e ci sorprende per la mancanza di buon senso.
Eppure non era difficile da capire: non si può approvare una politica sanitaria che prevede pesanti obblighi per i cittadini (in particolare minori per età) con un diktat calato dall’alto usando il carro armato del Decreto Legge e la ghigliottina del voto di fiducia per stoppare altri emendamenti e possibili modifiche. Il metodo è sempre determinante e illuminante anche del contenuto.
La responsabilità del legislatore in una materia così delicata come i diritti delle persone dovrebbe implicare la necessità della ricerca della più ampia condivisione possibile, ascoltando tutti e dialogando con tutti. Questa è la via maestra della democrazia costituzionale.
Invece, ciò che abbiamo constatato nell’iter della nuova legge sull’obbligo vaccinale si può classificare come forzatura delle regole e arroganza dei decisori. Ovviamente vengono spacciate come scelte per il bene collettivo, ma dalle modalità – prima ancora che dal dettaglio delle norme stabilite – traspaiono altri scopi. Pertanto, non possiamo essere d’accordo: non per obbligo o paura, ma per esperienza e coscienza. Contro ciò che palesemente è ingiusto, siamo tutti già vaccinati.
Rocco Artifoni-Pressenza
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