35 anni fa veniva ucciso a Palermo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Per commemorare l’anniversario della morte oggi le istituzioni dello Stato sono in via Isidoro Carini. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di alloro sotto la lapide che ricorda l’eccidio in cui persero la vita anche la moglie del generale, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di polizia Domenico Russo.
“Quando fu nominato ‘super prefetto’ a Palermo in molte persone si accese la speranza. Del resto il carisma, i successi nella lotta al terrorismo, l’assoluta fedeltà allo Stato e l’autorevolezza di Carlo Alberto Dalla Chiesa giustificavano quella rinnovata fiducia in una svolta al contrasto alla mafia”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso.
“Anche gli uomini migliori- sottolinea Grasso – quelli capaci di cose straordinarie, non possono però fare tutto da soli: Dalla Chiesa ne era consapevole e chiedeva a gran voce gli strumenti necessari per affrontare Cosa nostra. Nonostante le difficili condizioni, il Generale non si rassegnò. Dopo appena 100 giorni lo uccise un commando mafioso con 30 colpi di ak-47, il 3 settembre 1982. Con lui morirono anche sua moglie Emanuela e l’agente di polizia Domenico Russo. Una strage”.
Il presidente del Senato osserva che “ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa a 35 anni dalla sua morte non significa solo tributare il giusto onore ad uno straordinario esempio di competenza professionale e dedizione alle Istituzioni. Serve, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata può avere successo solo se si uniscono e collaborano le migliori forze di tutto il Paese”.
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