Secondo gli ultimi dati ufficiali, le vittime finora accertate sono 251, i feriti 476, piu’ di 15mila le case distrutte. Non esistono ancora cifre sul numero di famiglie rimaste senzatetto. A renderlo noto la Caritas messicana nelle prima ore del mattino (ora locale) attraverso un secondo bollettino a quasi 72 ore dal terremoto di 7.1 gradi della scala Richter. Colpito il Messico centrale, e in particolare Citta’ del Messico e gli stati di Puebla, Morelos, Guerrero, Me’xico, Tlaxcala, Oaxaca e Veracruz. “Non esistono ancora dati ufficiali per vasti strati di popolazione coinvolta nella calamita’ e ci sono molte informazioni riportate dai Comuni o dai mezzi di comunicazione che non e’ ancora stato possibile verificare”, la denuncia del segretario esecutivo della Caritas messicana, padre Rogelio Narváez. Finora la principale preoccupazione degli operatori dello Stato federale e’ stata quella di scavare per cercare di salvare le persone rimaste sotto le macerie. L’Esecutivo federale ha elaborato un piano che prevede varie tappe: in primo luogo il soccorso immediato alla popolazione colpita dal sisma, attraverso la sistemazione in alberghi o centri di prima accoglienza, la distribuzione di alimenti e il ristabilimento dei servizi pubblici di base; in secondo luogo un monitoraggio per stabilire l’entita’ dei danni; in terzo luogo l’inizio del lungo percorso udi ricostruzione.
Secondo Caritas mexicana e’ grande la solidarieta’ spontanea della popolazione, tanto che a Citta’ del Messico, come si legge nel bollettino diffuso poche ore fa, “le zone del disastro sono sature di gente che collabora alla rimozione delle macerie attraverso lunghe catene umane, e di viveri ed acqua”. Purtroppo, pero’, “circolano molte false notizie”. Inoltre, denuncia padre Rogelio Narváez, segretario esecutivo di Caritas Mexicana, “i mezzi di comunicazione si sono focalizzati sulle zone urbane, soprattutto a Citta’ del Messico”, ed “esiste una mancanza di comunicazione e invio di aiuti umanitari nelle zone rurali. Si sta realizzando un aiuto senza pianificazione perche’ non ci sono informazioni sui danni e sulle necessita’ di ciascuna comunita’”. Proprio il reperimento di dati, attraverso la rete ecclesiale, e’ in questo momento la principale preoccupazione della Caritas, con l’obiettivo “di garantire un aiuto meglio organizzato a livello locale, dando priorita’ a quelle popolazioni cui finora non e’ stata prestata attenzione”. Concretamente, si sta organizzando la gestione logistica degli aiuti umanitari che gia’ stanno giungendo dalle varie diocesi del Paese, dando un ruolo importante anche all’aiuto medico e psicologico, senza trascurare di continuare a portare soccorso alle popolazioni colpite dal precedente terremoto del 7 settembre.
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