Nessun rischio dall’esperimento ‘Sox’ nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, nessuna possibilita’ di dispersione di materiale radioattivo ne’ di contaminazione delle acque. Nessun pericolo nemmeno in caso di terremoti, incendi o allagamenti del sito dell’esperimento. Lo garantisce il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo a un’interrogazione del deputato Giulio Cesare Sottanelli, Ala, nel corso del Question time. “Per quanto di competenza, che il mio Ministero continuera’ a tenersi informato e a mantenere alto il livello di attenzione sulla questione”, aggiunge il ministro. L‘Istituto Nazionale di Fisica Nucleare “ha fatto presente, da un punto di vista tecnico, che non esiste alcun rischio di dispersione di Cerio-144, e quindi di contaminazione anche minima dell’ambiente circostante, del laboratorio ed in particolare delle acque del bacino del Gran Sasso, come evidenziato e dimostrato con studi tecnici completi nella documentazione tecnica allegata alla richiesta di Nulla Osta”, spiega Galletti. L’Istituto ha, poi, “precisato che il generatore di neutrini e’ progettato per garantire massima sicurezza anche in caso di eventi incidentali. In particolare, il Cerio-144 e’ sotto forma di polvere solida, e’ sigillato in modo permanente e sicuro all’interno di una doppia capsula in acciaio saldata”, segnala il ministro.
“La combinazione della doppia capsula in acciaio e del contenitore sigillato di Tungsteno rende impossibile la dispersione del materiale, anche in quantita’ minime e anche in caso di eventi incidentali indipendenti quali terremoti, incendi o allagamenti del sito dell’esperimento, scenari valutati attentamente nella fase di progetto”, prosegue Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente. Tale configurazione “rimarra’ invariata per tutta la durata dell’esperimento, che sara’ di circa 18 mesi. Al termine dell’esperimento, la sorgente ritornera’ in Francia, presso l’istituto che ne detiene la proprieta’. Al riguardo, anche ISPRA ha evidenziato che per le caratteristiche fin qui esposte si esclude che, a seguito dell’impiego della sorgente, possano derivare rilasci di sostanze radioattive nell’ambiente ed eventuali contaminazioni delle falde acquifere”, prosegue Galletti. Infine, “ricordo inoltre che in sede di autorizzazione, l’ISPRA ha fissato specifiche prescrizioni circa le prove da effettuare preliminarmente all’installazione e al successivo impiego della sorgente- conclude Galletti- l’Istituto pertanto effettuera’ la propria attivita’ di vigilanza sull’esecuzione delle prove, cosi’ come rilascera’ il previsto specifico attestato di sicurezza, per quanto riguarda le operazioni di trasporto. Con riferimento alle operazioni di trasporto, e’ altresi’ previsto che venga rilasciato specifico attestato di sicurezza da parte del Centro Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione”.
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