Proseguono le proiezioni dell’Associazione L’Impronta nell’ambito del progetto “La Bottega dei Giovani Artisti”, seconda annualità, avviato con il contributo della Regione Abruzzo – Avviso pubblico “Reti per l’Aggregazione Giovanile” – che vede coinvolti l’Ambito sociale 9 Alto Aterno , l’Ambito sociale n.11 Montagna Aquilana, l’Ambito sociale n. 13 Sirentina, le Organizzazioni senza scopo di lucro: l’Associazione L’Impronta e il Centro per lo sviluppo e la genitorialità Onlus, operanti in rete con La Leonardo Società Cooperativa sociale.
Film che approfondiscono grandi tematiche sociali e politiche della storia o nel mondo contemporaneo con l’idea che l’attività educativa possa contemplare non soltanto i libri ma anche il cinema. La rassegna di film in programma approfondisce tematiche sociali di grande attualità ed importanza e, dunque, i ragazzi e le ragazze potranno riflettere sulle problematiche poste avvicinandosi così, peraltro, alla cosiddetta “settima arte”.
Il prossimo appuntamento sarà giovedi 26 ottobre alle ore 16,30, con il film Barriere, presso la Sala Aurora di San Demetrio ne’ Vestini (AQ), con ingresso gratuito. La rassegna contempla come da calendario altri sei film: Welcome, La battaglia di Hacksaw Ridge, Storia di una ladra di libri, Selma, Difret-il coraggio per cambiare, Mississipi Burning, Le radici dell’odio.
Trama del film Barriere
Barriere è la storia di una famiglia afro-americana nell’epoca delle lotte civili e politiche di fine anni ’50 / primi anni ’60. Storia di una ex promessa del baseball che lavora come netturbino a Pittsburgh e della sua complicata relazione con la moglie, il figlio e gli amici.
Troy Maxson (Washington) è una ex promessa del baseball, un padre di famiglia di Pittsburgh, con un passato turbolento e la sua complicata relazione con la moglie, il figlio e gli amici.
Il film è interpretato, oltre che da Denzel Washington, anche da: Viola Davis, Jovan Adepo, Stephen McKinley Henderson, Russell Hornsby, Mykelti Williamson e Saniyya Sydney
Barriere è un film di attori, principalmente: la messa in scena di Washington è minimale e rigorosa.
Il risultato ha i suoi momenti di potenza, soprattutto quando sono in scena i due protagonisti, ormai a loro agio nei ruoli di Troy e Rose (anche la Davis ha interpretato la parte a Broadway). E riesce a riflettere in maniera per nulla banale sulla fragilità dei rapporti famigliari, sul fallimento e su come la frustrazione da esso derivante possa riversarsi da padre a figlio, causando crucci, remore e un deposito di guai psicologici da manuale.
La coppia Washington/Davis catalizza l’attenzione degli spettatori come solo i veri grandi sanno fare e consegna al pubblico un’istantanea importante (di questi tempi più che mai) dell’amara storia degli afrodiscendenti d’America
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