La rotta del Mediterraneo Centrale, dalla Libia all’Italia, è una delle tratte più pericolose per i bambini e le loro famiglie costretti ad abbandonare le proprie case. Solo quest’anno, circa 15.000 bambini non accompagnati hanno raggiunto l’Italia via mare e i loro viaggi sono stati generalmente gestiti da responsabili di traffico e tratta. Secondo le stime dell’Unicef, dall’inizio dell’anno, oltre 400 bambini sono morti nel tentativo di compiere questo viaggio, mentre in migliaia sono stati vittime di abusi, sfruttamento, schiavitù e detenzione mentre transitavano attraverso la Libia.
“Per innumerevoli bambini, la migrazione è sicura e regolare e aiuta loro, le loro famiglie e le comunità a crescere e trasformarsi- ha dichiarato Ted Chaiban, direttore dei programmi dell’Unicef-. Ma esiste un’altra realtà per milioni di bambini in cui la migrazione è molto pericolosa e non compiuta per scelta. La rotta del Mediterraneo Centrale è un esempio significativo, in cui migliaia di bambini vulnerabili rischiano le loro vite ogni anno per raggiungere l’Europa perché non sono disponibili per loro percorsi migratori sicuri e regolari”.
28 MILIONI I BAMBINI CHE SCAPPANO DA CONFLITTI
Secondo quanto dichiarato dall’Unicef oggi, in vista della Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti del prossimo 18 dicembre, circa 50 milioni di bambini nel mondo stanno compiendo un percorso migratorio. Gran parte di questa migrazione è positiva, e i bambini e le loro famiglie si stanno spostando in maniera volontaria e sicura.
Ma l’esperienza migratoria per milioni di bambini non è né volontaria né sicura, ma è piena di rischi e pericoli. Circa 28 milioni di bambini, infatti, sono stati allontanati dalle loro case a causa di conflitti. In molti casi, i bambini e le famiglie senza percorsi sufficientemente sicuri e regolari per migrare sono costretti a rivolgersi ai responsabili di traffico, tratta e a intraprendere rotte informali pericolose che sottopongono la loro sicurezza a un enorme rischio.
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