“Noi facciamo ricorso perché innanzitutto noi abbiamo, in questo caso virtuosamente,pensato di contrarre un’assicurazione che fosse riferita genericamente al rischio terremoto, quindi non si tratta di un’assicurazione attribuita ad un singolo fabbricato, ma più genericamente alle sofferenze che si generano per effetto del aver subito una situazione del genere.” Così Guido Castelli sindaco di Ascoli e delegato Anci alla finanza locale a Effetto Giorno su Radio 24 sull’ordinanza del Governo che toglie i contributi pubblici ai comuni assicurati sui danni post terremoto e prosegue: “A me capitò nel 2009, ero appena eletto, ci fu il terremoto dell’Aquila, io non ricadevo nel cosiddetto cratere dell’Aquila e dovetti tirare fuori 2.5 milioni per sistemare due chiese e la pinacoteca. Allora dissi troviamo un’assicurazione che mi tenga indenne da questo rischio, che è il rischio di una sofferenza generale se capita questa sciagura e Ascoli è, ahimè, in zona sismica. Ho sudato veramente 12 camicie per trovare istituto assicurativo disposto a farlo e abbiamo tirato fuori come ascolani €120.000 all’anno, quindi sopportando un costo. Cosa succede? Non con una legge, ma con un’ordinanza dopo un anno e mezzo, quando ovvero non essendoci vincoli all’utilizzo di quelle somme molti comuni come il mio avevano fatto la stessa cosa e avevano speso quei soldi, anche per cose inerenti il terremoto, anche solo banalmente per fare prima la riparazione di un qualcosa che magari avrebbe aspettato le calende greche” e prosegue sottolineando: “a questo punto la De Micheli si alza e dice che ‘dopo avere parlato coi Presidenti delle Regioni, dal contributo che dobbiamo ad Ascoli dobbiamo togliere 5.6 milioni di euro, nonostante siano stati spesi prevalentemente per questioni che attengono al terremoto, anche se non riguardano le casistiche. Allora necessariamente dobbiamo defalcare da quello che è il plafond che lo Stato mette in campo ciò che avete utilizzato grazie a questa vostra polizza.” il Sindaco di Ascoli prosegue poi su Radio 24: “Ma io mi chiedo chi farà più, ente pubblico, una polizza contro il terremoto, perché bisogna essere un po’ sciocchi per spendere una cifra non banale €120.000 all’anno per fare una cosa che poi alla fine ti serve a poco, secondo punto, ma io ho dei beni che comunque le procedure del terremoto non mi finanziano, per esempio io ho avuto a scuola elementare lesionata, siccome abbiamo deciso di delocalizzarla, nella normativa del terremoto non è previsto il finanziamento per la scuola, e vorrei finanziare coi soldi dell’assicurazione. Ma tu mi togli del contributo pubblico ciò che io ho utilizzato comunque per questioni che attengono alle sofferenze che in senso generale Si abbattono.” il sindaco poi chiude: “dovremmo essere una trentina tutti imbufaliti, efaremo ricorso al TAR del Lazio perché esiste un giudice a Berlino e io spero che esista anche a Roma, perché siamo di fronte a quella che ha tutti i caratteri di una angheria statale a carico di chi ha cercato di fare un po’ del proprio meglio per meritare la patente di sindaco o dirigente virtuoso, ma conviene fare peggio in Italia, questo è un incentivo a fare peggio, mi chiedo se ha un senso tutto questo, anche dal punto di vista dell’appeal che la classe dirigente pubblica deve meritare dalla comunità.”
Guido Castelli sindaco di Ascoli: “La De Micheli ci ha tolto 5.6 milioni di euro, angherie statali ai comuni assicurati”
“Noi facciamo ricorso perché innanzitutto noi abbiamo, in questo caso virtuosamente,pensato di contrarre un’assicurazione che fosse riferita genericamente al rischio terremoto, quindi non si tratta di un’assicurazione attribuita ad un singolo fabbricato, ma più genericamente alle sofferenze che si generano per effetto del aver subito una situazione del genere.” Così Guido Castelli sindaco di Ascoli e delegato Anci alla finanza […]
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