“Un anno fa la tragedia di Rigopiano con i suoi 29 morti. Siamo vicini al dolore dei familiari che oggi si ritroveranno alle pendici del Gran Sasso pescarese per ricordare i loro cari”. Lo dichiara il deputato di Mdp – Liberi e Uguali Gianni Melilla. “È in corso una delicata inchiesta giudiziaria- prosegue Melilla- che speriamo accerti presto ogni responsabilita’ penale. Parallelamente corre un intricato contenzioso civile per i risarcimenti di danni economici e affettivi incalcolabili. Ma quella tragedia interroga la coscienza nazionale su questioni essenziali. Innanzitutto sulla tutela del nostro territorio, che in questo caso, a Farindola, e’ parte integrante del parco nazionale del Gran Sasso. Come e’ stato possibile consentire la realizzazione di una struttura alberghiera in una area interessata storicamente da valanghe e slavine? E perche’ non e’ stata realizzata per tempo la Carta delle valanghe in grado di programmare al meglio le costruzioni nelle zone di alta montagna? Il sistema nazionale della protezione civile, a partire dal ruolo dalla Prefettura, ha mostrato crepe e insufficienze evidenti e al vaglio ora della Magistratura. Cosi’ come il comportamento degli Enti Locali e’ stato oggetto di una valutazione critica. Ma dobbiamo anche riflettere su cosa ha significato demolire le Province con una legge demagogica e populistica che ha tolto risorse e competenze primarie in tema di sicurezza e manutenzione di strade e scuole a questi enti, senza creare condizioni alternative che garantissero quei servizi”.
Il terremoto di un anno fa- sottolinea il deputato di Mdp – Liberi e Uguali Gianni Melilla- si aggiunse ad una eccezionale nevicata che determino’ le condizioni di una “tempesta perfetta” dalle conseguenze disastrose. Anche in altri paesi e frazioni della montagna abruzzese in quei giorni vi furono morti e feriti e per tropo tempo le popolazioni rimasero in parte isolate, senza luce e riscaldamento. La reazione popolare fu commovente. A partire da chi opero’ in prima linea nell’emergenza: dai Vigili del Fuoco al soccorso alpino, dai sindaci e consiglieri comunali ai volontari di tante associazioni. E poi i cittadini che aiutarono in tutti i modi le popolazioni. Voglio ricordare per tutti gli studenti che partivano la mattina presto da Pescara per andare a spalare la neve nei piccoli paesi e frazioni e tornavano a casa la sera felici di aver dato una mano”. L’Abruzzo “e’ una terra forte e gentile che ha sempre mostrato il volto migliore del Paese, quello della solidarieta’ e della fraternita’, nelle tante tragedie che hanno funestato la sua storia, a partire dai tanti terremoti devastanti che ha dovuto subire , da quello dell’Aquila del 2009 a quello ben piu’ tragico del 1915 di Avezzano in cui morirono 35.500 persone”, conclude Melilla.
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