Sono passate ormai oltre due settimane dalla straordinaria e partecipata marcia a Punta Penna, la cittadinanza vastese ed abruzzese si è espressa chiaramente: quel giorno erano in strada anche esponenti dell’attuale (e delle precedenti) amministrazioni PD-LeU, che hanno applaudito le parole di critica alle mancate azioni politiche sull’area oltre la richiesta di revoca del parere favorevole alla Vinca per il progetto della ditta Escal.
A tale situazione non si poteva che far seguire azioni conseguenti. Invece, finora, così non è stato.
Ci sono state poco più di promesse da parte del sindaco, Francesco Menna e dell’assessore delegata all’ambiente, Paola Cianci e troppe volte in passato abbiamo assistito alla stessa falsa partenza. Ma alla fine, il nulla. Le parole del direttore dell’ARTA e l’attivazione di una task force da parte sua, portano a due conclusioni immediate.
La prima è che la valutazione di incidenza definita dall’amministrazione comunale “scrupolosa” ha lasciato più dubbi che certezze. E come si può quindi lasciarla in vigore, con tutte le conseguenze del caso?
La seconda è che di tutto quanto è stato dichiarato in passato, in particolare sui monitoraggi della qualità dell’aria, nulla è rimasto, nulla ha avuto conseguenze reali.
Intanto altri progetti sembrano stagliarsi all’orizzonte, come il progetto della ditta Iguana, reso noto solo grazie alla stampa e su un altro prossimo venturo si rincorrono voci. Chi lo ha approvato? Il Comune è stato coinvolto? Ha rilasciato pareri, consulenze, è stato presente a conferenze dei servizi o altro? Come è possibile che la cittadinanza, anche tramite il tavolo per l’ambiente tanto tenuto in considerazione dall’assessore delegata all’ambiente, non è stata informata (e perché no mobilitata?) su questi progetti?
E alla fine, tra un politicismo e un tatticismo, tra un’azione e una non azione, chi paga è un’area tra le più pregevoli di tutto l’Abruzzo e la costa adriatica, i lavoratori e la cittadinanza.
Come accaduto sul Parco Nazionale della Costa Teatina, a dimostrazione che non c’è nessuna prospettiva di sinistra, alternativa e ambientalista nella “sinistra del centro sinistra”. Potere al Popolo, con le organizzazioni che la compongono, continuerà la lotta sempre nella stessa direzione. Insieme alle classi popolari, ai lavoratori, alle associazioni e ai movimenti. La “sinistra del centro sinistra” al governo della città e della Regione, se non vuole (o non può, per i soliti accordi politici) dar seguito nettamente, senza tentennamenti e deviazioni, a quanto chiesto dagli 800 della marcia a Punta Penna, non dovrebbe far altro che dimettersi e spazzare via così ogni equivoco e falsa speranza.
Marisa D’Alfonso
Carmine Tomeo
Potere al Popolo
Lascia un commento