Le organizzazioni aderenti alla Rete Italiana per il Disarmo hanno deciso di sottoporre ai candidati delle prossime elezioni politiche del 4 marzo una serie di quesiti e di proposte sui temi di pertinenza della Rete stessa. «Chiediamo di esprimere la loro posizione sulle domande specifiche e di considerare queste tematiche come fondamentali per il lavoro parlamentare nella prossima legislatura – spiega la Rete – renderemo pubbliche le risposte ottenute e continueremo a sollecitare gli eletti sui punti proposti anche dopo il 4 marzo». E si saprà anche chi si è rifiutato di rispondere.
Ecco le domande che sono state poste ai candidati.
Controllo dell’export militare italiano, giunto ai massimi degli ultimi decenni e sempre più diretto in aree problematiche o di conflitto.
Il candidato/a è disponibile a promuovere un blocco delle vendite di armi italiane alle parti coinvolte nel sanguinoso conflitto in Yemen, come richiesto da diverse risoluzioni del Parlamento Europeo e come deciso recentemente anche nell’accodo di “Grosse Koalition” in Germania? Questa decisione sanerebbe la palese violazione della legge 185/90 (che impedisce l’export militare verso Paesi in conflitto armato) e fermerebbe la complicità italiana in una delle più devastanti guerre in corso, che ha prodotto una crisi umanitaria tra le più gravi degli ultimi decenni. In generale sul tema dell’export di armamenti sarebbe necessario un miglioramento in termini di trasparenza e responsabilità nelle autorizzazioni governative.
Riduzione della spesa militare, sempre in aumento negli ultimi anni e sempre più destinata all’acquisto di nuovi armamenti (con fondi extra Bilancio della Difesa)
Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che puntino a diminuire del 10% la spesa militare italiana destinando i fondi così recuperati al welfare, alla scuola, alla sanità, alla cooperazione internazionale (come richiesto in particolare dalla Global Campaign on Military Spending)? Una tale riconversione della spesa pubblica garantirebbe il sostegno a politiche pubbliche più utili e convenienti per i cittadini, oltre che un sostegno fattivo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.
Ridefinizione di obiettivi e strumenti delle missioni su suolo estero del nostro Paese
Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che ridefiniscano scopi, strumenti, approcci delle missioni militari (e non solo) all’estero cui l’Italia partecipa, aprendo un dibattito pubblico e trasparente sulla questione? Le nostre truppe sono in Iraq da 15 anni (costo totale 3 miliardi di euro) e in Afghanistan da 16 anni (costo 8 miliardi €) e il costo annuale delle missioni è di 1,3 miliardi. In particolare il candidato concorda nel voler ridiscutere la missione militare in Niger, del tutto problematica per la sua dubbia accoglienza in quel Paese e per la sua discutibilissima funzione? Questi fondi si sarebbero potuti utilizzare più efficacemente per risolvere i problemi di tali aree geopolitiche investendo in cooperazione e sviluppo economico, ma soprattutto potenziando le missioni civili per il rafforzamento di istituzioni democratiche e inviando Corpi Civili di Pace a sostegno della società civile locale, per percorsi di pace e riconciliazione.
Partecipazione dell’Italia a processi concreti di disarmo nucleare globale
Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che spingano il prossimo Governo a ratificare il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, approvato il 7 luglio 2017 dalle Nazioni Unite e già ratificato da alcuni Paesi tra cui lo Stato della Città del Vaticano? Con l’adesione al Trattato, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di 50 stati, si contribuirà a promuovere il dialogo e la diplomazia, rafforzando un sistema di relazioni internazionali fondato sulla multilateralità, sul disarmo, sulla sicurezza umana. Per far questo, l’Italia dovrà prima negoziare con gli Stati parte del Trattato stesso la rimozione delle armi nucleari oggi dislocate in Italia, stringendo un accordo con scadenze precise e vincolanti.
Azioni di definanziamento della produzione di ordigni problematici ed inumani come le mine anti-persona e le cluster bombs
Il candidato/a è disponibile a sostenere l’immediata approvazione (con le opportune correzioni dopo il re-invio alle Camere del precedente testo con vizi di costituzionalità da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) del ddl “Divieto di finanziamento delle imprese che svolgono attività di produzione, commercio, trasporto e deposito di mine-antipersona ovvero di munizioni o sub-munizioni a grappolo”? Si tratta della legge più avanzata in materia, nata dalla volontà di migliorare quella che a livello internazionale veniva già riconosciuta come una buona pratica, ossia la legge italiana di ratifica della Convenzione sulle Munizioni Cluster (legge 95/2011 art 7) in cui l’assistenza finanziaria ai produttori di bombe cluster viene indicata come reato penale.
Messa al bando preventiva di armi completamente autonome
Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che spingano il prossimo Governo a farsi promotore a livello internazionale di norme che mettano al bando preventivamente sistemi d’arma completamente autonomi che non richiedono l’intervento umano (i cosiddetti “Killer robots”?)
Difesa civile non armata e nonviolenta
Il candidato/a è disponibile a sostenere l’iter istituzionale della proposta di legge (precedentemente di iniziativa popolare, al momento di iniziativa parlamentare e già incardinata nelle competenti Commissioni della Camera dei Deputati) per l’istituzione di un Dipartimento della Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta? Si tratterebbe di una inedita innovazione istituzionale che finalmente darebbe valore all’opzione della difesa civile della Patria (a cui la Corte Costituzionale ha attribuito pari dignità rispetto alla difesa militare e a cui la legge istitutiva del Servizio Civile Universale chiama il Governo a dare attuazione) realizzando l’obiettivo di 100.000 giovani all’anno in Servizio Civile Universale volontario, costituendo un Istituto di Ricerca su Pace e Disarmo e consolidando la sperimentazione in corso di Corpi Civili di Pace.
Azioni di controllo sull’utilizzo dei droni armati
Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che vadano a definire regole di ingaggio e catena di comando relativamente all’utilizzo di droni armati, promuovendo nel contempo un divieto assoluto di cosiddette “uccisioni extra-giudiziali” in aree di conflitto e non? L’Italia sarà il terzo Paese occidentale della NATO (dopo USA e Regno Unito) a dotarsi di droni armati (la conclusione delle procedure di armamento è prevista in queste settimane) ma non dispone ancora di norme chiare e trasparenti sull’utilizzo di questi mezzi, sempre più importanti nei conflitti contemporanei e di cui il nostro Paese costituisce un “hub” internazionale nevralgico con la base di Sigonella.
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