Il 21 marzo 2018 l’attivista minorenne palestinese Ahed Tamimi è stata condannata a otto mesi di carcere e a una multa di 5000 shekel (1.150 euro), in quello che Amnesty International ha definito un flagrante tentativo di intimidire coloro che sfidano l’occupazione israeliana.
Ahed Tamimi, arrestata il 19 dicembre 2017 nel suo villaggio natale di Nabi Saleh dopo aver spinto, schiaffeggiato e preso a calci due soldati israeliani, è stata giudicata colpevole di quattro dei 12 capi d’accusa a suo carico: incitamento, assalto aggravato e impedimento a ciascuno dei due soldati di portare avanti il suo lavoro.
“Condannando Ahed a otto mesi le autorità israeliane hanno confermato ancora una volta di non avere alcun riguardo per i diritti dei minorenni palestinesi e alcuna intenzione di rivedere le loro politiche discriminatorie. Ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, l’arresto e la detenzione di un minorenne devono essere usati solo come misura estrema e per il periodo di tempo più breve possibile”, ha dichiarato Magdalena Mughrabi, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Nulla di ciò che Ahed ha fatto avrebbe dovuto essere sanzionato col carcere. Dopo la condanna, continuiamo a chiedere che sia rilasciata”, ha concluso Mughrabi.
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