Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Di Pietro ha parlato del suo rapporto con Casaleggio: “Io e Beppe Grillo siamo stati entrambi aiutati nelle nostre prime esperienze politiche di comunicazione di massa da Casaleggio. Era una persona estremamente competente nel campo dell’informazione. Ha visto l’errore che ho fatto io e non l’ha fatto fare a Beppe Grillo. L’esperienza con l’Italia dei Valori è stata fondamentale per Casaleggio e quindi anche per il Movimento Cinque Stelle, perché io dalla sera alla mattina mi sono ritrovato ad avere un consenso incredibile, ero arrivato al 10%, avevo la necessità di costruire una classe dirigente e feci la scelta di trovare sul territorio persone che avevano già fatto politica. Così ho trovato tante persone perbene, ma anche tanti faccendieri. Avendo visto la mia esperienza, Casaleggio ha consigliato Grillo dicendogli che chi aveva già fatto politica in altri partiti non poteva iscriversi al Movimento Cinque Stelle”.
Il rimpianto legato al suicidio di Gardini: “Lui era latitante, nei suoi confronti c’era un provvedimento restrittivo per la tangente Enimont, da 150 miliardi di lire. Per me era un imputato importante, ma era latitante. Convenimmo che poteva venire a palazzo di giustizia a riferire a chi aveva dato questi soldi ma non voleva arrivare con le manette e uscire con le manette. Io glielo promisi, ma lui all’ultimo probabilmente non si fidò di me. Un quarto d’ora prima il suo avvocato mi aveva confidato che stava arrivando, ma dopo essersi vestito decise di suicidarsi. Io sapevo dove fosse, avrei potuto arrestarlo, non l’ho fatto perché gli ho dato la mia parola. Se l’avessi arrestato rispettando strettamente la legge forse oggi sarebbe ancora vivo”.
Di Pietro e l’archivio che conserva: “Ho la storia, ho un archivio che conservo in cui c’è l’esperienza di questi ultimi 30 anni così come è avvenuta. Questa storia l’ho potuta scrivere anche grazie a 263 procedimenti civili, penali e amministrativi che ho dovuto avviare per ricostruire la verità dei fatti. Non so se brucerò tutto o lo metterò in rete. Sono ancora indeciso”.
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