Sette milioni di prodotti riutilizzati hanno contribuito alla riduzione di 45.000 tonnellate di gas serra e 30.000 chili di emissioni di particolato solo nell’ultimo anno, pari alle emissioni di particolato generate dall’uso di circa tre miliardi di sigarette. Lo evidenzia un’indagine scientifica con la metodologia Lca (“Life cycle assessment”), condotta da Mercatino srl, importante realta’ italiana nel settore del riuso, in collaborazione con Ecoinnovazione, volta a dimostrare i benefici che l’impatto ambientale “positivo” del riuso ha sull’ambiente e, a cascata, sull’economia locale e nazionale. Lo studio sull’impatto ambientale “positivo”, calcolato su un paniere di circa sette milioni di oggetti movimentati nell’ultimo anno da Mercatino, conferma cosi’ come la filiera del riuso consenta di preservare il valore dei prodotti non solo dal punto di vista materiale, ma anche da quello energetico, configurandosi cosi’ come uno dei pilastri chiave dell’economia circolare. Tali oggetti, infatti, arrivano dai cittadini e sono redistribuiti nello stesso territorio con una ricaduta economica positiva stimata attorno ai 40 milioni di euro rimborsati ai venditori (dato medio nazionale annuo). Il flusso di beni riutilizzati, perfettamente circolare, sociale, territoriale e trasparente, ha permesso di recuperare negli ultimi sei anni in Italia 55.328.883 oggetti, l’equivalente di 11.402.561 metri cubi, paragonabili a 1.266 grattacieli di 15 piani, ovvero 142.532 camion che coprono una lunghezza di 2.280 chilometri, praticamente la distanza tra Palermo e Bruxelles.
“E’ sulla base di questi risultati incoraggianti per la nostra economia, per il territorio e per la sostenibilita’, di cui tanto si parla, che con Legambiente abbiamo gia’ firmato i primi due Protocolli d’intesa con i Comuni di Trapani ed Erice, e altri che a seguire intenderanno avviare la sperimentazione scientifica Lca nei propri territori – spiega Sebastiano Marinaccio, presidente Mercatino Srl. “In prima linea ci sono anche le citta’ di Torino e Cava de’ Tirreni, oltre a Trapani ed Erice, che hanno gia’ sottoscritto l’accordo e che riceveranno i risultati generati dal software che determina il risparmio ottenuto dal mancato conferimento in discarica di grandi volumi di oggetti da parte dei cittadini. Conseguentemente, sara’ possibile ricavare la quantificazione espressa in chili e in CO2 risparmiate e applicare poi al cittadino una riduzione sulla Tari a totale discrezione dell’amministrazione comunale, che potra’ attivare anche altre forme di incentivazione personali e di interesse sociale”. Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, il settore dell’usato risponde a una precisa esigenza ambientale, cioe’ la riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte. Anziche’ terminare la loro vita nei cassonetti, negli econcentri o in impianti di trattamento di smaltimento dei rifiuti, gli oggetti ancora in buono stato possono essere riutilizzati da altri soggetti, consentendo di soddisfare la domanda dei consumatori, abbattendo l’impatto generato dalla produzione o dal nuovo packaging e diminuendo sistematicamente il conferimento presso le isole ecologiche. Proprio questo ultimo aspetto ha condotto Legambiente ad approfondire il fenomeno: gli 11.402.561 m3 di oggetti venduti in 6 anni da Mercatino equivalgono al volume totale di rifiuti urbani conferiti in discarica nel 2016 in Italia (Fonte: Ispra 2017).
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