Ripartire dall’incremento della produzione agroalimentare, dalla valorizzazione del turismo, da un”Accademia pubblico-privata per la formazione artigianale d’eccellenza’ rivolta ai giovani, dal potenziamento dei collegamenti ferro-gomma e, infine, da forme di economia sociale basate su modelli come il ‘senior housing’. Sono alcune delle proposte, per rilanciare le aree del centro Italia colpite dal sisma (Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio), emerse nel corso della presentazione del report Nomisma ‘Ripartire dopo il sisma’ avvenuta questa mattina a Roma. L’area colpita dal sisma abbraccia un territorio composto prevalentemente da piccoli Comuni. Dei 140 Municipi coinvolti la gran parte e’ sotto i 5mila abitanti. Secondo lo studio in queste zone si registrano tassi di disoccupazione superiori alla media italiana in corrispondenza delle zone piu’ interne del reatino, nei Comuni del ternano, in parte dei Comuni interni del teramano e dell’ascolano. L’area del cratere e’ un territorio mediamente povero: in 47 Comuni il reddito medio per contribuente non raggiunge i 15.000 euro annui. Il territorio e’ vocato prevalentemente all’agricoltura mentre e’ debolmente attrattivo dal punto di vista turistico. Partono dall’analisi di questi dati le linee di sviluppo strategiche suggerite dalla societa’ di consulenza emiliana presentate alla presenza anche del commissario per la Ricostruzione Paola De Micheli.
Nell’ambito agroalimentare le progettualita’ individuate da Nomisma comprendono “una filiera industriale della canapa, l’implementazione di una filiera suinicola e dei prosciutti completamente in loco, la valorizzazione del latte ovicaprino biologico, la promozione della filiera di produzione e commercializzazione dell’oliva ascolana del Piceno Dop” mentre sul fronte turistico Nomisma chiede di valorizzare in maniera integrata le diverse tipologie di turismo: religioso, enogastronomico, artistico-culturale, sportivo e naturalistico. “Un percorso di valorizzazione delle seconde case favorendo la creazione di nuovi servizi per la ‘sharing holiday’ dell’area appenninica centrale- si legge nel focus-. Un altro progetto che potrebbe essere attivato riguarda la creazione di un campus di alta formazione per l’ospitalita’ e il turismo capace di intercettare l’evoluzione della domanda”. Le altre linee strategiche riguardano la necessita’ di ricreare competenze artigianali e di favorire la mobilita’ di trasporto a breve raggio soprattutto per le fasce di popolazione piu’ fragili. “Il territorio presenta un contesto socio-economico fragile, caratterizzato da un forte processo di invecchiamento della popolazione- conclude Nomisma nel rapporto-. Tra le iniziative di rafforzamento del sistema di welfare locale vi e’ la proposta di costituire una fondazione di comunita’ attraverso la quale promuovere una gestione partecipativa dello sviluppo del territorio attivando sinergie tra attori locali pubblici e privati. Vanno inoltre supportate le farmacie rurali e la creazione di un progetto di senior housing”.
Lascia un commento