È morto all’età di 85 anni lo scrittore americano Philip Roth. Autore di peso e punto di riferimento indiscusso della letteratura contemporanea. I suoi nonni erano ebrei emigrati in America e proprio al mondo ebraico americano guardavano buona parte dei suoi tanti (tantissimi) romanzi e racconti: la sua educazione ebraica e il senso delle regole non mancano di farsi sentire in ogni suo scritto. Originario del New Jersey, viveva tra New York e il Connecticut.
Nella sua vita ha pubblicato 30 romanzi, Roth ha ottenuto molti riconoscimenti letterari, in primis il Premio Pulitzer nel 1998 per “Pastorale Americana”. E’ un romanzo in cui passa la storia dell’America, con personaggi indimenticabili: da quello dello Svedese, Seymour Levov, alto, biondo, atletico, il prototipo dell’americano vincente, a quello della figlia Merry, la contestatrice che “decide di portare la guerra in casa”.
Fu uno scrittore politico e affrontò temi molto forti con un linguaggio crudo e realista. Nel 2012 decise di lasciare la narrativa, sosteneva di non aver più niente da raccontare, e si trasferì in una fattoria nel Connecticut.
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