“E’ condivisibile il richiamo del Ministro Luigi Di Maio sul bisogno di dare stabilita’ a un mercato del lavoro troppo precario. Su questo tema e sulla necessita’ di rafforzare le tutele dei lavoratori, la Cisl e’ pronta al confronto”. Cosi’ Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, commenta le dichiarazioni odierne del responsabile del Dicastero del Lavoro Luigi Di Maio, secondo cui il Jobs act va rivisto perche’ provoca troppa precarieta’. “La riforma del mercato del lavoro del 2014 – incalza il numero due del sindacato di via Po – e’ rimasta debole e inattuata proprio nella parte relativa al sostegno sociale. Mancano ancora politiche attive e servizi per l’impiego all’altezza: carenza che nasce anche dal basso numero di addetti nei centri per l’impiego, che sono circa 8.500 in Italia, contro i 49.000 della Francia e i 115.000 della Germania”.
“La Cisl chiede da tanto tempo una svolta sui centri e servizi per l’impiego e non puo’ che condividere l’obiettivo di potenziarne le articolazioni, come previsto dal Contratto di Governo, sia con due miliardi di stanziamenti aggiuntivi sia superando le inerzie burocratiche che ne rallentano il dialogo con le Regioni. Poi bisogna andare oltre, differenziando nettamente i costi a vantaggio dei contratti a tempo indeterminato. La via non e’ quella di un frettoloso ritorno ai voucher o dell’istituzione di un salario minimo orario, ipotesi che mortificano e trascurano istituti contrattuali importanti per la vita delle persone e per la dignita’ del lavoro. Meglio estendere e dare valore legale ai minimi contrattuali previsti nel Patto della Fabbrica “. Per il sindacalista, “l’Agenda Lavoro si qualifica anche della dimensione del raccordo scuola-lavoro, dei progetti di alternanza, dell’apprendistato duale, con una defiscalizzazione sulla formazione continua e sull’accrescimento delle competenze”. “Su questi ed altri capitoli del lavoro, la Cisl e’ pronta a confrontarsi con una proposta responsabile, espansiva, solidale e sostenibile. Al nuovo Governo l’opportunita’ di mettere questa materia sul binario del dialogo e del consenso sociale”, conclude Sbarra.
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