Tropici e Paesi lontani. Arriva l’estate e le mete esotiche conquistano vacanzieri di ogni specie. Per fare un lungo viaggio ‘avventura’ basta un last minute in agenzia, o meglio ancora un bell’itinerario acquistato su web. “I movimenti di popolazione, oggi molto piu’ frequenti e rapidi di un tempo, possono mutare rapidamente la diffusione delle malattie infettive attraverso l’importazione di casi da un territorio endemico a uno in cui i casi normalmente non si verificano”. Con queste parole il capo reparto Malattie infettive del Policlinico Militare ‘Celio’, colonnello Piero Salvatori, intervistato dalla Dire, spiega il legame tra turismo e rischio di importazione di alcune malattie. Tutti si preoccupano dei migranti e dei barconi e nessuno pensa alle valigie del turista, agli aeroporti, ai container e alla popolazione che si muove ‘legalmente’, macchina fotografica e bimbi al seguito, tra le frontiere. E cosi’ la temibile malaria puo’ arrivare a bussare alla porta di casa. Come? “La migrazione della zanzara infetta- spiega l’infettivilogo ricordando il caso della piccola Sofia, morta all’ospedale di Trento, nel novembre 2017- non poteva essere scartata a priori e ha comunque richiesto un’approfondita indagine interdisciplinare nella ricerca degli elementi di esclusione o meno. Sono ormai diversi i casi che vengono riportati nella letteratura ufficiale della cosiddetta ‘malaria d’aeroporto’, legata all’arrivo nelle aree limitrofe ai grandi scali, di zanzare infette che sbarcano direttamente dagli aerei, ovvero contenute nelle valigie e nei container. E’ un’eventualita’ abbastanza rara, ma conosciuta. L’importazione delle zanzare in generale e’ un fenomeno ben consolidato. A titolo di esempio basti pensare a quanto e’ accaduto con la zanzara tigre asiatica, un tempo relegata nel Sud Est asiatico e ora diffusa in tutto il mondo”. Con buona complicita’ dei cambiamenti climatici e delle alterazione dell’eco-sistema.
Il caso della piccola Sofia, che ora le indagini sembrano spiegare con un errore sanitario che vede indagata da febbraio 2018 un’infermiera della struttura, poteva anche essere il frutto di una zanzara anofele ‘viaggiatrice’. Un’ipotesi diagnostica che ha tenuto tutti con il fiato sospeso e non una fake news. Sono solo di un’estate fa i titoli sulla Chikungunya e le amministrazioni comunali alle prese con le disinfestazioni intensive, o i veti per il Brasile per le donne che intendessero avere gravidanze a causa del rischio di Zika, e poi il ‘grande classico’ del Dengue. “Tutte e tre sono considerate malattie a trasmissione vettoriale e trasmesse dalla zanzara del genere Aedes (presente anche sul territorio nazionale). L’uomo- spiega l’esperto- rappresenta esclusivamente il serbatoio di infezione, cioe’ la riserva di infezione. Solo per l’infezione da virus Zika e’ dimostrata l’eventualita’ di una trasmissione per via sessuale anche se con un’efficacia molto limitata”. Sui nostri militari, impegnati nei teatri operativi internazionali o in operazioni d’intelligence, l’infettivologo spiega le procedure di preparazione cui sono sottoposti. “Vaccinazioni, profilassi antimalarica, dotazioni di kit individuali, formazione del personale su norme igienico sanitarie da adottare. In fase operativa invece intelligence sanitaria, bonifica dei territori, monitoraggio sanitario del personale e al rientro dalla missione controlli sanitari accurati”.
“Nel corso degli anni- spiega Salvatori- abbiamo avuto casi di Dengue e casi sporadici di malaria in personale impiegato in teatro operativo estero. La nostra Unita’ operativa di Malattie Infettive dispone di personale qualificato, addestrato e sistematicamente aggiornato, con mezzi e strumentario in dotazione: sistemi di protezione individuale, barelle di isolamento, capacita’ di un posto letto a pressione negativa montabile all’occorrenza, e predisposto a rispondere ad esigenze di isolamento diagnosi e cura di patologie infettive che necessitano di un alto livello di biocontenimento, in linea con quanto previsto dai piani emergenziali emanati dal ministero della Salute”. Da qualche giorno invece si torna a parlare di Ebola in Congo e vengono in mente le lunghe file dei passeggeri che negli aeroporti, nel 2014, quando scoppio’ un’epidemia di febbre emorragica, dovevano sottoporsi per poter partire alla misurazione delle temperatura. “Gli operatori sanitari delle frontiere svolgono un silenzioso ed efficace controllo, applicando le normative sanitarie nazionali e internazionali periodicamente aggiornate sulla base degli eventi endemici ed pandemici che emergono. L’esempio di Ebola- che il colonnello ricorda alla Dire tornando ai giorni di quell’emergenza- e’ paradigmatico: i piani di gestione di eventi correlati alle febbri emorragiche esistevano gia’ da molti anni, prima del focolaio epidemico del 2014. Dopo l’allert internazionale e nazionale, e’ bastato applicare quanto gia’ previsto. Cosi’ e’ stato anche per la Sars e altri eventi epidemici accaduti. Alcuni organismi internazionali quali il Cdc di Atlanta e l’Ecdc europeo, integrato con i sistemi sanitari nazionali, svolgono un pregevole lavoro di monitoraggio continuo delle situazioni epidemiologiche mondiali al fine di attivare in tempi rapidissimi le misure piu’ idonee da adottare”.
Nell’augurare un buon viaggio a tutti, ecco il vademecum del viaggiatore responsabile. –
PRIMA DEL VIAGGIO. Con la guida di uno specialista e presso centri dedicati acquisire notizie sui rischi epidemici e pandemici della sede del viaggio per conoscere la raccomandazione di vaccini, le misure di prevenzione o chemioprofilassi (esempio chemioprofilassi antimalarica). –
INSETTI. E’ importante seguire comportamenti corretti verso gli insetti: utilizzare indumenti chiari e lunghi, insettorepellenti per la cute esposta e sistemi di protezione meccanica (zanzariere).
A TAVOLA, Si consiglia di evitare cibi crudi, consumo di acqua che non sia esclusivamente imbottigliata e sigillata, ghiaccio, mangiare solo frutta con buccia. Il tutto integrato con una costante e accurata igiene delle mani. Su consiglio medico assumere fermenti lattici per la flora batterica intestinale.
MEDICINE. Si raccomanda di effettuare scrupolosamente l’eventuale chemioprofilassi prescritta e di viaggiare con paracetamolo, un antibiotico generico e un termometro.
RIENTRO. Quando si torna a casa e’ importante segnalare al Medico di Medicina Generale o eventualmente allo specialista qualsiasi sintomo insorto nei trenta giorni successivi al rientro, anche di apparente scarso significato (dolori osteoarticolari febbricola/febbre, eruzioni esantematiche etc).
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