Nel 2017 sono stati adottati 573 provvedimenti collegiali. L’Autorita’ ha fornito riscontro a circa 6.000 quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento ai seguenti settori: marketing telefonico (in costante aumento); credito al consumo; videosorveglianza; concessionari di pubblico servizio; recupero crediti; settore bancario e finanziario; assicurazioni; lavoro; giornalismo; enti locali; sanita’ e servizi di assistenza sociale. Sono i dati forniti nella relazione dell’Autorita’ Garante per la protezione dei dati personali (composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici, Licia Califano), presentata a Montecitorio. Sono stati decisi 276 ricorsi, riguardanti soprattutto editori (anche televisivi); banche e societa’ finanziari; P.a. e concessionari di pubblici servizi; datori di lavoro pubblici e privati; fornitori telefonici e telematici; marketing. I pareri resi dal Collegio al Governo e al Parlamento sono stati 19 ed hanno riguardato, in larga parte, l’attivita’ di polizia e sicurezza nazionale, i dati sanitari, l’informatizzazione delle banche dati della P.a., il fisco. Le comunicazioni di notizie di reato all’autorita’ giudiziaria sono state 41, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati e trattamento illecito. Le violazioni amministrative contestate nel 2017 sono state 589, in larghissima parte concernenti il trattamento di dati senza consenso, la diffusione di dati su internet da parte della P.a., il telemarketing, seguite dall’omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali, dalla mancata adozione di misure di sicurezza e dall’omessa esibizione di documenti al Garante. Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a circa 3 milioni 800 mila euro, pari ad un complessivo 15% in piu’ rispetto al 2016.
Sono state effettuate 275 ispezioni. Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unita’ Speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy, hanno riguardato numerosi e delicati settori, sia nell’ambito pubblico che privato. Per quanto riguarda il settore privato le ispezioni si sono rivolte principalmente ai trattamenti di dati effettuati da societa’ operanti nella “sharing economy”, da imprese di vendita a domicilio, da societa’ che operano nel settore dell´intermediazione creditizia o nel recupero crediti, da societa’ di selezione del personale o che offrono servizi di informazioni commerciali o svolgono attivita’ di telemarketing (in particolare di quelle situate in Albania). Oggetto di accertamento e’ stato anche l´uso di sistemi di geolocalizzazione dei dipendenti da parte di imprese private. Per quanto riguarda il settore pubblico l´attivita’ di verifica si e’ concentrata in particolare sulla gestione del “dossier sanitario” da parte di Asl e Aziende ospedaliere e altri enti sanitari pubblici, sulle grandi banche dati pubbliche, sul sistema della fiscalita’, con speciale riguardo alle misure di sicurezza e al sistema degli audit, sul sistema informativo dell´Istat, sullo Spid. Per quanto riguarda l’attivita’ di relazione con il pubblico si e’ dato riscontro a circa 20.000 quesiti, che hanno riguardato, in particolare, gli adempimenti legati all’applicazione del Regolamento Ue; alle telefonate promozionali indesiderate; a Internet; alla videosorveglianza; a mail, fax e sms indesiderati; al rapporto di lavoro; ai dati bancari.
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