L’ong Human Rights Watch e numerose missioni diplomatiche in Sud Sudan hanno chiesto la liberazione di Peter Biar Ajak, attivista e dottorando all’universita’ di Cambridge, arrestato il 28 luglio scorso all’aeroporto di Juba. Ajak, scrivono in un comunicato dell’ong, stava volando a Londra per unirsi a una manifestazione della Red Army Foundation, un’associazione di veterani. Da allora, lo studente e’ detenuto in una cella di isolamento senza che siano state fornite motivazioni ufficiali per la sua incarcerazione. Secondo la ricostruzione della stampa africana, l’uomo e’ stato fortemente critico verso le politiche del governo e in particolare dei negoziati di pace, che aveva contestato chiedendo che fosse dato maggiore spazio ad attori politici giovani. Ajak ha fondato il ‘South Sudan Young Leaders Forum’, un gruppo costituito, secondo quanto si legge sul suo stesso sito, per “la costruzione della pace, dello Stato e per la riconciliazione”. All’appello di Human Rights Watch, secondo una nota diffusa dalla locale ‘Radio Tamazuj’, si sono uniti i capi delle missioni diplomatiche a Khartoum di Canada, Ue, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. La guerra civile in Sud Sudan ha ucciso decine di migliaia di persone e costretto – secondo stime Onu – 4 milioni di uomini, donne e bambini a lasciare le loro case. Il conflitto e’ esploso nel 2013, quando il presidente Salva Kiir ha accusato il suo ex vice Machar di un tentativo di colpo di Stato.
Sud Sudan: buio sulla prigionia di Ajak, attivista per la pace
L’ong Human Rights Watch e numerose missioni diplomatiche in Sud Sudan hanno chiesto la liberazione di Peter Biar Ajak, attivista e dottorando all’universita’ di Cambridge, arrestato il 28 luglio scorso all’aeroporto di Juba. Ajak, scrivono in un comunicato dell’ong, stava volando a Londra per unirsi a una manifestazione della Red Army Foundation, un’associazione di veterani. […]
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