Il processo con il quale le nostre cellule eliminano gran parte delle loro componenti non funzionanti o potenzialmente tossiche si chiama autofagi’a (dal greco autós, se stesso e phagein, mangiare). Di recente il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina e’ stato assegnato al Giapponese Yoshinori Ohsumi per le sue ricerche su questo fenomeno. L’autofagi’a puo’ essere generale e non specifica, divorando intere porzioni cellulari, oppure molto selettiva. E’ quanto si legge in una nota. Quando seleziona gli organelli produttori di energia, ossia i mitocondri, che non servono piu’ o smettono di funzionare, si puo’ parlare di “mito-fagi’a”, spiega la nota. Una caratteristica di numerose malattie neurodegenerative e’ proprio un disturbo della mitofagi’a, che porta all’accumulo di mitocondri danneggiati e non rimossi nei neuroni, le cellule che costituiscono la maggior parte del sistema nervoso e a un conseguente (e letale) stress ossidativo. Ad esempio, la maggiore via mitofagica descritta fino ad ora, dipendente dalle proteine PINK1 e PARKIN, e’ malfunzionante in molti pazienti del morbo di Parkinson, continua la nota. Anche nei tumori del sistema nervoso, la mitofagi’a svolge un ruolo determinante. Alcuni tumori pediatrici e dell’adulto, come la leucemia mieloide acuta, i tumori polmonare o pancreatico, nonche’ il melanoma, sembrano tutti dipendere in qualche modo da una mitofagi’a corretta ed equilibrata. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications e coordinato dal Prof. Francesco Cecconi e dalla Dott.ssa Flavie Strappazzon, svela i segreti di un nuovo livello di regolazione della mitofagi’a che dipende dalla proteina mitofagica AMBRA1, prosegue la nota. I ricercatori, che operano a Roma nelle strutture della Fondazione Santa Lucia, del Dipartimento di Biologia dell’Universita’ di Roma Tor Vergata e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’, hanno identificato le proteine AMBRA1, HUWE1 e IKK-alpha come tre fattori cruciali nella regolazione della mitofagi’a, in un contesto nuovo e indipendente dalle proteine PINK1 e PARKIN.
La d.ssa Anthea Di Rita, giovanissimo primo autore della ricerca e dottorato del corso di Biologia Cellulare e Molecolare del Dipartimento di Biologia (Universita’ di Roma Tor Vergata), spiega che le tre molecole funzionano in sinergia, con IKK-alpha che modifica AMBRA1 aggiungendole un gruppo chimico, AMBRA1 che recluta HUWE1 sul mitocondrio danneggiato e HUWE1 che, a sua volta, modifica radicalmente il mitocondrio preparandolo alla “rottamazione” mediante mitofagi’a, si legge ancora nella nota. Questo importante studio offre ben tre nuovi bersagli molecolari per combattere con efficacia sia le neurodegenerazioni che i tumori, in una sinergia farmacologica verso malattie diversissime con pochi precedenti noti; il dettaglio con il quale le varie fasi di questa regolazione e’ stato approfondito consente anche di immaginare composti diversi e sequenziali nel contesto di una medicina sempre piu’ personalizzata. Il progetto, conclude la nota, e’ stato finanziato dal ministero della Salute – Ricerca Finalizzata Progetto Giovani Ricercatori, dalla Roche (la D.ssa Strappazzon che lavora presso presso la Fondazione Santa Lucia e insegna all’Universita’ di Tor Vergata e’ vincitrice del premio Roche 2017 per le Neuroscienze) e dall’Associazione Italiana per la ricerca sul cancro (AIRC).
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