Nel momento in cui nel Cortile di Francesco professionisti e persone di buona volontà lavoravano per mettere un argine all’uso delle parole di odio e alle “bufale” soprattutto in rete, in radio, in televisione e sul web si poteva ascoltare il portavoce del presidente del consiglio – che è cosa diversa anche dal responsabile stampa di un partito, evidentemente – proferire truci e volgari minacce nei confronti di persone che non c’entrano con la politica, ma sono tecnici pagati dallo stato per evitare che le leggi contengano errori e siano coerenti con la costituzione e con le norme che regolano un paese civile.
Minacciare, ricattare, instaurare un clima di terrore. L’obiettivo è chiaro, ripetuto, confermato e deflagrato con l’ultimo episodio: siamo in presenza di un governo basato su una maggioranza non eletta dal popolo italiano, ma da due partiti che hanno vinto le elezioni presentandosi in modo contrapposto, che avendo raggiunto il potere non intendono esercitarlo nei termini previsti dalla Costituzione. Ad essa è riuscito a richiamarli, finora, solo la ferma volontà del Presidente della Repubblica. E, con buona pace dei colleghi che hanno fatto lo scoop sull’ex concorrente del grande fratello ora a Palazzo Chigi, è per lo meno probabile che quelle parole siano state fatte sentire ad arte. E’ la tecnica di Casaleggio e del pool di haker che lavorano per Lega e 5 Stelle sotto un coordinamento internazionale di cui non conosciamo i contorni. Il risultato finale è da un lato una propaganda deviante e martellante, dall’altro la paura. Paura da far diffondere fra dirigenti ministeriali, magistrati, giornalisti, soprattutto queste le categorie sotto tiro, quelle che ancora cercano di tenere dritta la barra del dettato costituzionale. Quelle indicate come elìte responsabili di tutti i guai italiani.
Per gente di tale spregiudicatezza e tracotanza le parole non sono pietre, sono armi affilate, sono macigni, sono scientificamente mezzi di diffusione di intimidazione di massa.
Il metodo finora funziona e convince gli italiani. E’ una situazione oggettivamente senza precedenti e le voci di allarme sono ormai moltissime, ma c’è una sorta di timidezza nel raccoglierle, e questo è un errore. Questo allarme va compreso e diffuso e soprattutto va organizzata una difesa, va fatto capire ai cittadini che li stanno ingannando e manipolando. Le parole sono pietre davvero!
Sarebbe importante che dalle tante iniziative in preparazione, e soprattutto da Assisi, scaturisse un movimento di opinione di ferma e ragionata opposizione contro chi usa le parole come pietre e manganelli, che oggi non sono più di legno, ma non per questo sono meno pericolose.
Barbara Scaramucci-Pressenza
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