Il 16 ottobre 1943 le forze di occupazione naziste arrestarono a Roma oltre 1.250 ebrei. Alle vittime venne consegnato un biglietto in italiano con le istruzioni relative alla loro imminente deportazione. Vennero quindi portati a pochi passi dal carcere di Regina Coeli. Due giorni dopo, il 18 ottobre, poco piu’ di mille di loro furono condotti alla stazione Tiburtina, ammassati in 28 carri bestiame e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Oggi, a 75 anni da uno degli episodi piu’ traumatici della storia d’Italia, il regista Ruggero Gabbai e lo storico e autore, Marcello Pezzetti, hanno realizzato un film, ‘La razzia’, che descrive e contestualizza la piu’ devastante offesa subi’ta nel Novecento dalla citta’ di Roma. Una clip del film – che sara’ proiettato alla Festa del Cinema di Roma, e’ stata trasmessa oggi in anteprima nel corso di un incontro alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah, alla presenza del presidente, Mario Venezia, della presidente della comunita’ ebraica di Roma, Ruth Dureghello, della presidente Ucei, Noemi Di Segni, del vice presidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio e dell’assessore alla Persona di Roma Capitale, Laura Baldassarre. “La razzia del ghetto di Roma rappresenta una immensa vergogna della storia dell’Italia- ha detto Venezia- Il film e’ il risultato di anni di ricerche storiche e raccoglie le testimonianze di chi riusci’ a sfuggire all’agguato nazifascista”.
Secondo Dureghello “i giovani italiani di domani devono sapere cosa e’ accaduto ai giovani italiani di ieri, per garantire che quello che e’ stato non accada piu’. Oggi e’ fondamentale saper riconoscere i segnali di cio’ che puo’ sfociare nel male”. D’accordo Noemi Di Segni: “Non possiamo permettere che si dimentichi questo orrore”. Per Smeriglio “il 16 ottobre 1943 resta una ferita enorme per Roma e il Paese ed e’ importante la realizzazione di questo film. Noi come Regione Lazio abbiamo portato oltre duemila ragazzi ad Auschwitz con i Viaggi della Memoria e continueremo a farli. Sono una forma di vigilanza contemporanea sulle derive razziste che si vedono in giro per l’Europa”. L’assessore Baldassarre, infine, ha sottolineato che “il lavoro sulla memoria deve essere quotidiano. È importante non concentrare le celebrazioni in un solo giorno, per questo il film e’ stata un’ottima idea della Fondazione”.
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