Vive al nord, ha sfiducia verso l’amministrazione pubblica ed ha poca esperienza. È l’identikit del dirigente a rischio, fotografato da un’indagine Onsbi, Osservatorio nazionale salute e benessere insegnante, condotta da Caterina Fiorilli e Ilaria Buonomo dell’Universita’ Lumsa di Roma per conto dell’Associazione nazionale presidi. Oggi a Roma, nella sede di Anp, sono stati presentati i risultati dell’indagine sui livelli di stress e benessere dei dirigenti scolastici italiani. Un sondaggio che ha raccolto le voci di 1616 dirigenti, per il 54% donne, e mostra una realta’ difficile per carico lavorativo e stress psicologico. Circa il 90% degli intervistati dichiara di non avere il tempo necessario per completare tutte le mansioni lavorative, mentre il 99% dei dirigenti si ritrova a tenere sotto controllo piu’ cose e prendere decisioni difficili. “I risultati di oggi ci restituiscono l’immagine di una categoria in forte stress ma allo stesso tempo convinta del proprio ruolo- ha detto Antonello Giannelli, in collegamento dalla sede Aran- ci auguriamo che queste evidenze possano finalmente sollecitare un serio impegno politico ad intervenire. Sono persone che amano il proprio lavoro ma vogliono essere messe in condizione di farlo al meglio” ha concluso Giannelli.
Un quadro preoccupante se il 79 % dei dirigenti dichiara che la loro vita privata risente della fatica del lavoro, mentre non accade il contrario. Il 5% afferma di aver subito attenzioni sessuali indesiderate, mentre sale a 66 la percentuale dei dirigenti coinvolti in conflitti o litigi, per la maggior parte dei casi con il corpo docente. Conflitti che, secondo le statistiche, avvengono soprattutto negli istituti tecnici, dove risultano numerose anche le minacce di violenza da parte dei genitori degli alunni. Ma i problemi non restano reclusi negli edifici scolastici, e mente il 24% dei dirigenti ha problemi di sonno, il 40% dichiara di essere in una condizione di stress lavorativo permanente, cio’ che viene definito effetto ‘burnout’. “Anp ha fatto questa indagine perche’ volevamo dare un’evidenza alla difficolta’ di questa professione- ha detto Licia Cianfriglia, responsabile delle relazioni istituzionali e coordinatrice della ricerca- le difficolta’ sono dovute ad un mutamento delle condizioni sociali, ma ci sono delle aree di intervento possibili, ed e’ li’ che l’amministrazione deve intervenire”.
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