Il giornalista e saggista Antonio Caprarica è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Riguardo il voto di ieri sulla Brexit. “Non sanno nemmeno loro cosa sta accadendo –ha affermato Capratica-. La Gran Bretagna è entrata in quel caos istituzionale che finora riguardava sempre i vicini europei. Adesso anche loro stanno facendo esperienza di cosa voglia dire non avere una bussola. La mia impressione è che molto difficilmente questo voto di sfiducia contro la May avrà la maggioranza, quindi la premier, che da anni è politicamente un morto che cammina, resterà in sella perché altrimenti si andrebbe ad elezioni e il Partito conservatore perderebbe. La May allora cercherà di consultare in Parlamento tutte le forze politiche per mettere insieme un progetto attorno al quale chiedere un nuovo voto e un possibile negoziato con l’UE, a cui però l’UE non può acconsentire. Oggi il Parlamento è meno convinto sulla Brexit rispetto a prima. Rispetto a tutta la fanfara sovranista e populista suonata con la Brexit, il Parlamento ha dato una grande lezione di democrazia rappresentativa riprendendo nelle sue mani il processo politico e di decisione. Questo è quanto di più anti-sovranista e anti-populista si possa immaginare. La questione del nuovo referendum è uno dei tanti corni del dilemma su cui la Gran Bretagna sta dibattendo. Al momento del voto del primo referendum gli inglesi erano andati tutti quanti al pub, avevano esagerato con la birra. Il quesito era condito da una serie di clamorosi falsi, ammesso anche da chi lo aveva promulgato, come ad esempio dire che i soldi risparmiati sarebbero stati destinati al servizio sanitario nazionale. La gente ha votato solo sulla base della paura dell’immigrazione europea, dei polacchi, dei romeni, dei bulgari, degli italiani, che sono quelli che fanno andare avanti il sistema economico britannico. La paura della perdita dei posti di lavoro e del welfare a vantaggio degli altri cittadini europei è ciò che ha guidato il voto al referendum”.
Se ci fosse un referendum in Italia sull’uscita dall’UE? “Sarei preoccupato perché l’italia è uno dei Paesi in cui questo sentimento di paura ha trovato maggiore diffusione. I populisti sostengono che sia la rivolta del popolo nei confronti delle elite. Io penso che sia la rivolta di chi ha paura di perdere qualcosa di garantito, la rivolta della piccola borghesia”.
Riguardo la contestazione a Grillo da parte degli studenti di Oxford dopo la frase sugli italiani che hanno abbandonato il proprio Paese per andare a Londra. “E’ un’accusa di diserzione che fanno anche a me. Ogni tanto c’è qualche sapientone che mi dice: ma lei che ne sa di cosa succede in Italiache sta sempre all’estero? Quello espresso da Grillo è un punto di vista provinciale quello per cui chi vive all’estero sia una specie di traditore. Grillo ha scoperto a sue spese che in Inghilterra sanno ancora distinguere tra un politico e un comico”.
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