Alessio Rossi, Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla manovra. “Fondamentalmente non ce l’abbiamo col governo, ma con i provvedimenti che sono stati messi in campo da questo governo –ha affermato Rossi-. E’ un Paese che si è dimenticato dei doveri, questo governo ha messo in campo solo misure di assistenzialismo. Noi siamo i primi a comprendere la situazione e pensano che le persone in difficoltà vadano supportate. Ma il reddito di cittadinanza non serve a niente, perché non è un reddito universale, è un reddito che viene dato ad alcune persone, stranieri inclusi, e non è che aiuta a trovare lavoro. Il fine è nobile e lo condividiamo, lo strumento non funziona. Inoltre, questi soldi sicuramente verranno rimessi nella nostra economia, ma saranno spesi per comprare merci di fascia bassa che vengono quasi tutti dall’estero. Pochi generi alimentari come pane e pasta sono prodotti in Italia, ma gli altri sono prodotti all’estero. Quindi il nostro pil non ne risentirà. Poi c’è la questione dei centri per l’impiego. Io ho avuto la sfortuna di entrarci in questi centri per l’impiego, non vale la pena investire miliardi su questi centri. Sono disorganizzati, se uno manda una richiesta nella migliore delle ipotesi non ha alcuna risposta. Ci sono strutture private che potrebbero fare la stessa attività, senza investire soldi in centri che non funzionano. Ma chi gliele fa ai beneficiari del redditi 3 proposte di lavoro? Con questo reddito si incentivano le persone a stare a casa, perché i salari medi si avvicinano al reddito di cittadinanza, a volte sono più bassi. Qui si va ad incentivare un reddito da divano. E inoltre la dignità che tanto sta a cuore a questo governo non si raggiunge solo attraverso la sicurezza economica, i giovani hanno bisogno del lavoro per sentirsi realizzati. Dovremmo cercare di incentivare la creazione di posti di lavoro, abbassando il costo del lavoro per le imprese. Il problema del cuneo fiscale è che fa arrabbiare tutti: l’imprenditore è arrabbiato perché il lavoratore gli costa troppo, il lavoratore è arrabbiato perché guadagna poco. Bisogna abbassare il cuneo fiscale e dare quei soldi ai lavoratori. Con gli sgravi fiscali del Jobs act avevamo avuto un attimo di ripartenza, ora questo governo sta rimettendo tutto in discussione. Sul fatto di incentivare le aziende italiane poi siamo tutti d’accordo”.
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