“E’ avanzato inesorabilmente verso nord ad una velocita’ di piu’ 2 chilometri al mese il contagio della Xyella che gia’ provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilita”. E’ quanto emerge dal Dossier ‘Coraggio Salento’, elaborato da Coldiretti e Unaprol, che stanno manifestando nel centro di Lecce “contro la gestione inconcludente dell’emergenza Xylella dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilita’ tra Unione Europea, ministero e Regione e decreti senza impegni concreti”. Se non verra’ fermata l’epidemia “nei prossimi cinque anni- denuncia la Coldiretti- rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise”. Dall’autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli, “la malattia si estende senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio- attacca l’associazione agricola- che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione”.
Il conto dei danni causati dalla Xyella “e’ salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi, per colpa di errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attivita’ di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsita’”. Serve ora, chiede l’associazione, “un deciso cambio di passo con risorse adeguate per gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la liberta’ di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia”. Sotto accusa le responsabilita’” regionali e anche comunitarie a partire- continua la Coldiretti- dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiche’ il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi e’ stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam”. Una politica europea “troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che- conclude l’associazione agricola- devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati”.
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