Sono state oltre 245.100 le aste immobiliari in Italia nel 2018. Questo quanto emerge dal “Report Aste” a cura di ASTASY Srl.
Nel 2018 l’Abruzzo sale al 12° posto nella classifica delle regioni con maggior numero di esecuzioni, si posizionava al 13° posto nel 2016 (8.287 aste) e al 14° del 2017 (6.082 aste). L’Abruzzo ha concentrato i sui 1.333.939 di abitanti su una estesa superficie di 10.795 Kmq e con il 2,10% di popolazione nazionale e il 3% di esecuzioni denota un alto impatto Abitazioni/ Aste. In Abruzzo infatti, ogni 50 famiglie, una ha la casa all’asta. La media nazionale è di un’asta ogni 75 famiglie.
Le 4 Province dell’Abruzzo si rappresentano univoche nei dati numerici. La distribuzione territoriale è piuttosto simile: con i suoi 305 comuni, la Regione ha una elevata e massiva presenza di aste. Il tutto pare concentrato tra le province di Chieti e Pescara.
SITUAZIONE NAZIONALE
Le oltre 245.100 esecuzioni immobiliari nel territorio nazionale hanno raggiunto nel 2018 un valore base d’asta di 36.379.962.273 euro. Rispetto al 2017 si nota un aumento di esecuzioni pari al 4,6%, passando infatti da 234.340 del 2017 alle 245.100 del 2018. Le procedure estinte durante l’anno sono state 36.868.
Al primo posto per numero di esecuzioni si conferma la Lombardia con il 19,46%, a seguire la Sicilia (9,77%), Veneto (7,96%), Piemonte (7,98 %) e Lazio (6,88%).
“Quest’anno è stato formulato un nuovo parametro che consideriamo significativo, – specifica Mirko Frigerio, amministratore delegato Astasy – abbiamo infatti inserito il dato “Numero Famiglie/ Immobili in asta”. Il panorama che emerge è davvero preoccupante: in Italia, ogni 75 famiglie, ve ne è una con la casa all’asta. É la storia quindi di oltre 245.100 famiglie italiane che ancora oggi sono coinvolte, speso loro malgrado, nella situazione sconfortante di avere la casa all’asta. Un totale di oltre 1.470.000 persone coinvolte e che, a causa della tipologia di mutuo contratto e successivamente non onorato, sono e restano obbligati in solido anche se inseriti solo come garanti – come i nonni – che in tempi non sospetti vennero chiamati a mettere “la firma a garanzia del mutuo”. Questi numeri si stanno placando, ma consideriamo che si uscirà da questa drammatica situazione non prima del prossimo decennio”.
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