Il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Un Giorno da Ascoltare” con Arianna Caramanti e Misa Urbano, per fare il punto della situazione della città e raccontarci cosa è cambiato da dieci anni a questa parte.
Le critiche sui reportage
“Non generalizzo ma non mi è piaciuta questa narrazione che buona parte dei giornalisti ha fatto per i dieci anni del terremoto del 6 aprile 2009 –ha affermato Biondi-. Ci sono stati dei reportage assolutamente falsi: ho letto su un autorevolissimo settimanale nazionale ad esempio, che al posto della Casa dello Studente c’è una palazzina di cinque piani e ciò è assolutamente falso: mi viene da pensare che quel giornalista non ha nemmeno mai visitato la nostra città per dire una cosa del genere. Su quell’area infatti c’è stato addirittura un concorso di progettazione rivolto a giovani studenti, c’è stato un vincitore e adesso stiamo quantificando il costo di quell’intervento per farlo mettere in programmazione. Così quando leggo che il centro è solo macerie, che i negozi, i ristoranti, i bar sono vuoti… Tutto questo è solo un’enorme menzogna. La vita sta riprendendo piano piano ma con grande positività.”
Il punto della situazione
“A distanza di dieci anni la ricostruzione privata si trova a buon punto, abbiamo istruito circa il 75% delle pratiche di ricostruzione privata ovvero la ricostruzione delle case o degli immobili adibiti ad altro uso dei cittadini singoli o consorziati che hanno fatto domanda di contributo attraverso le procedure che sono state studiate, sperimentate e consolidate sulla città. La ricostruzione pubblica invece conta dei ritardi importanti perché dopo una prima fase di interventi in emergenza, siamo tornati nell’ordinario il tutto aggravato dal nuovo codice degli appalti che appesantisce le fasi delle progettazioni e ci sono anche colpe della politica locale che non è stata in grado di dare priorità ad alcune cose così come non sono state richieste le necessarie garanzie nel momento in cui si è usciti dalla fase emergenziale. Un’altra cosa terribile è la mancanza di risorse umane che scontano tutti gli enti interessati alla ricostruzione pubblica e non parlo solo del Comune ma anche della Provincia, del Provveditorato, della Sovraintendenza… C’è una pluralità di soggetti a cui è delegata la ricostruzione pubblica che si trova a fare i conti con un organico che a malapena riesce a gestire l’ordinario e curare la gestione di una realtà straordinaria come quella della nostra città.”
Le dimissioni revocate
“Ogni anno godiamo di un contributo straordinario che va a compensare le minori entrate e le maggiori spese connesse al sisma che quest’anno ammonta a circa quattordici milioni. Ogni anno dobbiamo andare a spiegare al governo di turno l’essenzialità di questo trasferimento perché ogni anno facciamo un bilancio secondo le regole e in mancanza di questo trasferimento noi dovremmo aumentare le tasse per svariati servizi, cosa che la nostra città non può permettersi. Ho richiamato l’attenzione del governo su questa cosa, l’ho fatto con i politici locali, con la commissione della camera dei deputati e con il sottosegretario attuale alla ricostruzione per arrivare ogni volta a rimandare l’attuazione di questa norma inserita nello sblocca cantieri che ancora non vede la luce; quando mi sono reso conto che non l’avrebbero fatto nemmeno entro marzo ho detto: se voi volete qualcuno che approvi il bilancio di tagli e tasse, ve lo fate da soli, io mi dimetto! A quel punto la politica nazionale si è mossa e, oltre alla garanzia di questo trasferimento che ammonta a dieci milioni abbiamo avuto anche il differimento dei termini di approvazione per il bilancio al 30 giugno. Sicuramente è una mossa che è servita ma è avvilente vedere che solo con le maniere forti si riesca ad ottenere qualcosa.”
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