“Il Partito socialista ha vinto le elezioni generali in Spagna e con queste ha vinto il futuro. E ha perso il passato. Abbiamo mandato un messaggio all’Europa e al resto del mondo. Si può vincere l’autoritarismo e l’involuzione. Formeremo un governo pro-europeo”. Così ieri sera il premier uscente e leader del Psoe, Pedro Sanchez.
Il discorso è stato pronunciato di fronte a una folla di sostenitori che scandiva “Sì, se puede”, (Sì, possiamo), mentre il leader socialista ricorda “la difesa che tutto il Paese ha fatto della democrazia”, proprio riferendosi al mancato exploit delle formazioni ultra-nazionaliste. Adesso, il partito ha di fronte tre sfide, ha spiegato il premier: lotta alla disuguaglianza, promuovere convivenza e concordia e porre fine alla corruzione.
Alle legislative di ieri il Partito socialista si è imposto come prima forza con 123 seggi, quasi doppiando i conservatori del Partito popolare, che potranno contare solo su 66 seggi e sono stati quasi raggiunti da Ciudadanos (C’s), con 57 deputati. Quarta forza del parlamento è Podemos (Up) con 42 seggi, ma ridimensionato. La destra di Vox, che entra per la prima volta nel Parlamento nazionale, avrà invece 24 deputati. Podemos ha subito aperto a un governo di coalizione con lo Psoe, chiedendo tempo per formare una maggioranza stabile. Partecipazione alle elezioni da record, con un un’affluenza che ha superato il 75,7%.
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