“Siamo dalla parte della scienza e della ricerca e siamo contenti che si sia chiusa questa triste pagina per tanta brava gente che da sempre ha cercato di lottare contro il batterio, anche quando tutti lo consideravano come un problema di scarsa entita’”. È il commento di Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei gilet arancioni, all’archiviazione dell’inchiesta della procura di Lecce sulla diffusione volontaria della xylella, il batterio che sta essiccando gli ulivi in Puglia. Gli indagati erano dieci. “Sono contento per i ricercatori, sono contento anche per quel galantuomo del generale Silletti, messo nel mirino perche’ ha provato a far applicare semplicemente la legge per cercare di salvare i nostri ulivi – aggiunge -. Mezza Puglia adesso e’ distrutta: aspettiamo che qualche magistrato, buona parte della politica, i santoni, i negazionisti paghino di tasca propria per la diffusione di questa epidemia devastante per i nostri alberi e per la nostra economia”.
“Anche se non perseguibili restano comunque gravi le tante responsabilita’ politiche che hanno riguardato, e riguardano, la diffusione del batterio della Xylella tra gli ulivi pugliesi. A dirlo con chiarezza e’ stato il giudice per le indagini preliminari di Lecce, il quale, pur sostenendo l’impossibilita’ di ottenere delle prove certe di colpevolezza, evidenzia comunque le “molteplici irregolarita’”, il “pressapochismo e la negligenza” con le quali hanno agito in questa vicenda i tecnici, gli accademici e i rappresentanti delle istituzioni politiche locali”. Cosi’ in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso. “Come Confeuro – continua Tiso – abbiamo sottolineato in diverse occasioni questi aspetti, ricordando anche come il pericolo della Xylella sia stato denunciato dagli agricoltori pugliesi ben prima del suo successivo clamore politico e mediatico. Quel che serve – conclude Tiso – e’ una totale inversione di rotta, non solo nelle politiche, ma anche nelle metodologie decisionali. Fino ad oggi, infatti, il comparto agroalimentare e’ stato gestito con meccanismi escludenti e volti a penalizzare e sminuire il lavoro e le conoscenze dei produttori agricoli. È giunto il momento, invece, di ridare protagonismo a chi vive in prima persona l’agricoltura e ne conosce piu’ di chiunque altro le necessita’ e le opportunita’ di sviluppo”.
“Chi paghera’ i danni subiti da migliaia di aziende anche a causa di queste indagini infinite e inutili? Chi restituira’ il nostro patrimonio olivicolo agli agricoltori veri e alle future generazioni?”. È quanto si chiede Gennaro Sicolo di “Italia olivicola” dopo l’archiviazione dell’inchiesta della procura di Lecce sulla diffusione volontaria del batterio killer degli ulivi da parte dei dieci indagati. “Sulla coscienza di tanti gravera’ il peso di aver distrutto, attraverso le azioni compiute in tanti campi, un territorio straordinario e l’economia piu’ bella e fiorente del Salento e della Puglia”, aggiunge Sicolo. E conclude: “Invece di perseguire le fake news e i negazionisti che hanno distrutto l’olivicoltura salentina si e’ perso tempo prezioso per cercare colpevoli inesistenti tra la gente perbene, tra i ricercatori scientifici che in prima linea da sempre hanno provato a dare risposte al mondo della produzione vera, tra coloro che hanno cercato di porre un argine all’avanzata della xylella”.
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