“L’Efsa ha confermato oggi l’amara realta’ che purtroppo sapevamo da tempo: al momento, nonostante gli sforzi di tanti bravi ricercatori, non esiste una cura per debellare il batterio della xylella dai nostri campi, ma abbiamo solo l’arma della prevenzione attuando le misure che l’Unione Europea suggerisce da tempo e che, purtroppo, in Italia non sono mai state attuate seriamente. Fare le buone pratiche agricole (aratura, potatura, etc.) ed eradicare le piante infette e morte sono le uniche soluzioni adesso per provare a fermare il contagio. La xylella e’ un problema nazionale ed europeo e come tale va trattato, facendo squadra tra tutte le istituzioni e gli agricoltori che hanno subito questa catastrofe per i campi e per l’economia. Ora piu’ che mai e’ necessaria un’azione congiunta e seria per fermare il batterio e per provare a ricostruire l’olivicoltura salentina distrutta, ed in tal senso le intenzioni dell’Unione Europea, confermate dal Commissario Hogan nel nostro ultimo incontro a Tokyo la scorsa settimana, sono positive in merito al finanziamento del piano da 500 milioni di euro per nuovi impianti ed il sostegno alle aziende agricole in ginocchio”. Cosi’ il Presidente di Italia Olivicola, la prima organizzazione della produzione olivicola italiana, Gennaro Sicolo, ha commentato i due pareri dell’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare resi noti oggi. In base alle stime contenute nello studio di Italia Olivicola, nelle scorse settimane sottoposto all’attenzione dei Commissari Ue Hogan e Andriukaitis, a causa del batterio sono 4 milioni le piante definitivamente improduttive, 50mila gli ettari desertificati, mentre la produzione olivicola si e’ ridotta del 10%.
Xylella. Efsa conferma, non esiste cura
“L’Efsa ha confermato oggi l’amara realta’ che purtroppo sapevamo da tempo: al momento, nonostante gli sforzi di tanti bravi ricercatori, non esiste una cura per debellare il batterio della xylella dai nostri campi, ma abbiamo solo l’arma della prevenzione attuando le misure che l’Unione Europea suggerisce da tempo e che, purtroppo, in Italia non sono […]
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