Oggi, a un anno dalla tragedia, cerimonia di commemorazione delle 43 vittime del Ponte Morandi a Genova.
“A distanza di un anno dal tragico crollo del ponte Morandi, Genova è qui. E con noi prega per le vittime, angeli della città. Li pensiamo nella luce, tra le braccia di Dio. E con gli occhi della fede li vediamo affacciarsi dalla finestra del cielo mentre pregano per i loro cari, per tutti noi: Genova non li dimenticherà mai”. Lo dice arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia.
“Abbiamo stampata nell’anima una luce che ha sfidato l’oscurità di quei momenti funesti. Una luce che, man mano, si è ingrandita, si è fatta largo tra le macerie alla ricerca di vita: è la luce dei soccorritori sbucati da ogni dove, come se fossero miracolosamente pronti ad essere presenti e operativi”, ricorda il cardinale Bagnasco..
“Il Vangelo di oggi ci esorta e, come sempre, ci aiuta: Gesù, il Figlio eterno di Dio, ci assicura che ‘dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro’. Ci può essere oggi parola più illuminante per il nostro popolo? Lo stare insieme, lo sperare e lavorare insieme, insieme camminare e guardare al bene non individuale ma comune, non è solo una regola d’oro per la città e un modo per onorare i defunti, ma è anche la garanzia di una presenza più grande, di un amore che ci abbraccia, e tutti conforta e rafforza: è la presenza e l’amore di Dio”. Lo dice arcivescovo di Genova. “Le nostre forze non sono piccole, così il desiderio di giustizia e di bene- prosegue il porporato- ma per esperienza sappiamo quanto siamo fragili, quanto possiamo essere attraversati da egoismi e miopie, da rivalità e divisioni, da dimenticanze. Se restiamo uniti e ci lasciamo umilmente abbracciare da Dio, allora saremo capaci di abbracciarci gli uni gli altri. E le nostre capacità -come i pochi pani e pesci della parabola evangelica- si moltiplicheranno e faranno miracoli. Sia così, cari amici, sia così per il bene di noi tutti, delle giovani generazioni di cui siamo responsabili, sia così per il bene di Genova e del nostro amato Paese”.
“La giustizia vada fino in fondo senza remore, svelando responsabilita’ e sanzionando colpevoli”. Nel nome delle vittime “dobbiamo lavorare per mettere a nudo fragilita’, pecche e rischi del nostro sistema infrastrutturale e per modernizzare il meccanismo dei controlli rendendolo sempre piu’ efficace. Perche’ tragedie come quella del Ponte Morandi non devono ripetersi mai piu’”. Lo scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un intervento pubblicato dal quotidiano di Genova Secolo XIX. “Anche a Genova cosi’ come in ogni parte del territorio colpito da calamita’ o da incidenti si gioca il prestigio della Repubblica e la sua capacita’ di essere realmente una comunita’ nazionale”, scrive il capo dello Stato che ricorda come “un anno” non sia “trascorso invano”. Il progetto di nuovo ponte sara’ in grado di rammendare la ferita inferta dal crollo. “Rammendare non significa cancellare: il nuovo ponte ricordera’ per sempre quelle vittime innocenti di una tragedia causata dall’uomo che si poteva e doveva evitare”. La presenza a Genova delle piu’ alte istituzioni “ha il significato di testimoniare unanime sostegno, non solo a parole, a una città e alla tenacia e al coraggio dei suoi abitanti, che hanno diritto alla rinascita economica e sociale attraverso lo sviluppo di una rete di infrastrutture e servizi capace di accompagnarne ed esaltarne lo spirito imprenditoriale”.
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